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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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Tribunale di Ravenna, ordinanza dell'1 marzo 2001

 
est. Rava
 

[...]. Con ricorso depositato il 21.11.2000 il sig. [...] ha chiesto l'annullamento del provvedimento dell'Ambasciata d'Italia in Tirana (Albania) per difetto di motivazione. Il ricorrente ha precisato di possedere i requisiti previsti dal d.lgs. n.286/98 e di aver ottenuto dalla questura di Ravenna il nullaosta al ricongiungimento familiare dei genitori sigg. [...]. L'Ambasciata italiana a Tirana (Albania), secondo il ricorrente, ha ritenuto di rifiutare la concessione del visto in data 2.6.2000 con provvedimento di diniego senza indicare specifica motivazione e ciò è in contrasto con il disposto di cui all'art.3 l.241/90 che richiede l'espressa motivazione di qualunque provvedimento della pubblica amministrazione. In atti sono state ampiamente dimostrate le disagiate condizioni economiche dei genitori del ricorrente, i quali avendo due figli residenti e con reddito da lavoro in Italia da essi dipendono (le ricevute dei versamenti a favore dei genitori sono in atti).

Occorre rilevare, applicando nell'interpretazione della volontà del legislatore il principio di ubi lex voluit dixit che tale caso rientra tra quelli elencati nell'art.29 d.lgs. 25.07.98 n.286 al punto c) sotto la voce "genitori a carico" e non al punto d) come scritto nel modulo prestampato di rigetto dell'Ambasciata. Infatti la definizione di "genitori a carico" non specifica il come e il quanto a carico, ma genericamente indica la situazione che va poi ricondotta ad ogni caso specifico diverso tra cui anche la possibilità di essere "parzialmente" a carico di un familiare residente in Italia;

P.Q.M.

il g.o.t. definitivamente pronunciando annulla il provvedimento di diniego di visto di ingresso in Italia emanato dall'Ambasciata d'Italia a Tirana e dispone ex art. 30 d.lgs. n.286/98 il rilascio del visto di ingresso a favore dei genitori del ricorrente sigg. [...], da parte dell'Ambasciata italiana a Tirana (Albania).