La Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) ha condannato oggi l'Italia per l'espulsione di Mourad Trabelsi, l'ex imam di Cremona, in Tunisia, suo Paese natale. Secondo i giudici di Strasburgo le autorità italiane, rinviando Trabelsi in Tunisia, hanno violato l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che stabilisce che nessuno può essere sottoposto a tortura o maltrattamenti
Le autorità italiane e quelle tunisine, secondo la Corte, non sono state in grado di dimostrare che da quando l'uomo è detenuto nelle carceri della Tunisia non abbia subito maltrattamenti. I giudici della Cedu sottolineano che nè la firma di trattati internazionali da parte della Tunisia, nè le leggi di questo Paese sono sufficienti a far ritenere che non esista un rischio concreto che Trabelsi, condannato per l'appartenenza in tempo di pace a un'organizzazione terroristica, non sia sottoposto a maltrattamenti. Inoltre, la Corte sottolinea che le affermazioni fatte dalle autorità tunisine sullo stato di salute di Trabelsi non sono corroborate da prove mediche e non dimostrano quindi che l'uomo non ha subito trattamenti contrari a quanto previsto dall'articolo 3 della convenzione. I giudici di Strasburgo hanno stabilito che l'Italia, che ha espulso Trabelsi nonostante la Corte le avesse imposto di non farlo, dovrà corrispondere all'uomo 15mila euro per danni morali e 6mila per le spese sostenute.
Il comunicato stampa della Corte europea di Strasburgo (in lingua francese)