Nel documento si chiede al giudice di imporre l'accettazione delle domande di iscrizione di tutti gli alunni stranieri con le medesime condizioni previste per gli italiani nonché di dichiarare il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dal Miur e dalla sovrintendenza scolastica regionale nell'aver adottato il primo la circolare 2.10 che fissa il tetto e la seconda la circolare 18.1.10 Iscrizioni alle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado che fornisce le direttive applicative. I ricorrenti sollecitano una rapida fissazione di udienza perché il termine delle iscrizioni è fissato per il 27 febbraio per quanto riguarda le scuole dell'infanzia e le elementari e per il 26 marzo per quanto riguarda le medie.
Le due mamme, che devono iscrivere le figlie alla prima media, e le due associazioni, ricordano che secondo quanto dichiarato alla stampa dal ministro Mariastella Gelmini la "finalità del provvedimento è evitare la formazione di 'classi-ghetto' cioè con una eccessiva concentrazione di alunni privi di adeguate conoscenze linguistiche o con peculiarità culturali". Ebbene, i ricorrenti ritengono "legittima" questa finalità, ma aggiungono che "certamente il mezzo utilizzato non è né proporzionato, né necessario", oltre che vietato da norme nazionali e internazionali. Assistiti dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri rilevano infatti che le due circolari violano innanzitutto l'articolo 3 della Costituzione che vieta al legislatore l'introduzione di regimi differenziati in ragione della cittadinanza quanto al nucleo dei diritti fondamentali della persona.
"Abbiamo fatto ricorso- spiega all'agenzia Dire il legale Alberto Guariso, di Avvocati per niente- in base all'articolo 44 del Testo unico sull'immigrazione che consente l'azione civile contro la discriminazione". Il motivo e' presto detto: "In un punto della circolare- sottolinea l'avvocato- si specifica che l'autorizzazione a superare il tetto deve essere richiesta dalla scuola all'amministrazione scolastica che puo' concederla o meno. E che cosa accade se una scuola non riceve la deroga? Il pericolo e' che ci possa essere una discriminazione nei confronti degli alunni stranieri. Vogliamo qualcuno, che sia il giudice o il ministero, che chiarisca che quella circolare costituisce un orientamento per l'amministrazione. Non puo' esistere un tetto perche' e' discriminatorio. "Va bene- continua l'avvocato- creare un meccanismo distributivo degli alunni, supportato magari da incentivi economici per far apprendere la lingua. Ma non si puo' creare un sistema che prevede la possibile esclusione di un alunno. In una scuola di Milano stavano gia' per lasciar fuori un alunno straniero. Alla fine, dopo alcune proteste, lo hanno preso in deroga". Il tetto, dunque, "e' discriminatorio perche' introduce modalita' diverse di iscrizione tra alunni in ragione della cittadinanza e viola il testo unico sull'immigrazione".
Fonte: Il Giornale, Agenzia Dire