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25.11.2009
 
Respingimenti: la Camera dei deputati approva la mozione della maggioranza e il Governo afferma la legalità dei respingimenti in mare e l'inesistenza di richiedenti asilo tra i respinti verso la Libia
 
Con la mozione, presentata dai gruppi di maggioranza a prima firma Cicchitto e accettata dal Governo, approvata dopo un lungo dibattito con 267 sì e 250 no, la Camera  impegna il Governo  :
- "a proseguire nell'azione di controllo e regolamentazione dei flussi migratori, al fine di contrastare con determinazione ogni forma di immigrazione clandestina, con lo scopo di attuare politiche attive capaci di contemperare i diritti dei popoli migranti con i diritti dei popoli residenti;
- a proseguire nella lotta alla criminalità organizzata che regola e gestisce i flussi di immigrati clandestini;
- a proseguire nell'azione di difesa e garanzia dei necessari livelli di sicurezza nel nostro Paese, contrastando a questo fine l'immigrazione clandestina e promuovendo l'immigrazione legale;
- ad intervenire nei confronti dell'Unione europea affinché si definisca una politica comune di gestione e controllo dei flussi migratori a difesa degli equilibri sociali ed economici delle popolazioni europee ed affinché l'Europa possa diventare la meta di un'immigrazione effettivamente sostenibile, la sola capace di determinare sviluppo e progresso;
- a proseguire nell'azione di riconsegna alla Libia degli immigrati irregolari, così come delineatasi in questi ultimi mesi, che ha drasticamente ridotto i rischi di tragedie in mare".  
Respinte, invece, le proposte di mozioni presentate dai gruppi di minoranza, con le quali si impegnava il Governo a limitare i respingimenti al rispetto del diritto d'asilo e delle norme nazionali e comunitarie.
Prima delle votazioni il rappresentante del Governo (Sottosegretario di Stato alla Giustizia) era intervenuto nella discussione tentando di confutare ogni critica dei gruppi delle opposizioni e delle organizzazioni umanitarie ed internazionali (inclusa la Commissione europea) circa la legalità dei respingimenti, illustrando le norme internazionali applicate - smentendo ogni tipo di violazione -  e i rapporti italo-libici e affermando, tra l'altro, che nel corso delle operazioni di respingimento effettuate dalle unità militari navali italiane verso la Libia "si è sempre agito in conformità del principio del non-refoulement poiché non è stata negata ad alcuno dei clandestini intercettati la possibilità di chiedere asilo, né alcuno tra gli stranieri intercettati e soccorsi, una volta saliti a bordo delle navi italiane, ha manifestato la volontà di chiedere asilo" e che "i responsabili delle forze intervenute hanno riferito che durante l'operazione di soccorso in alto mare, durata in media dieci ore, gli stranieri intercettati non hanno chiesto alcuna forma di protezione internazionale, né fatto sapere di essere perseguitati nel loro Paese. Nessuno straniero intercettato risulta essere stato sottoposto a torture né a pene o trattamenti inumani o degradanti."