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18.02.2014
 
Cartelli razzisti a Varallo : il giudice ordina la rimozione, il sindaco li sostituisce
 
Aveva già mandato in stampa dei cartelli analoghi a quelli che il giudice aveva ordinato di rimuovere e li ha fatti affiggere il giorno successivo . ASGI: continueremo la causa.

Questo il comportamento tenuto dall'amministrazione comunale di Varallo in merito alla vicenda dei cd "cartelli razzisti" che campeggiavano all'ingresso del paese da quasi 4 anni.
Quattro cittadini, insieme all’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) avevano presentato ricorso avanti il Tribunale di Torino contro il Comune di Varallo, Nel 2009, l’allora sindaco Gianluca Buonanno , oggi “pro sindaco” e deputato leghista ,aveva emanato due ordinanze che vietavano su tutte le aree pubbliche “l’uso di burqa, burqini e niqab” e “l’attività a ‘vu’ cumprà’ e mendicanti”. Alle ordinanze è seguita l’affissione di alcuni cartelli che davano il “benvenuto” a ogni entrata della città di Varallo con immagini offensive nei confronti dei cittadini stranieri : una lesione dei principi di solidarietà e non discriminazione che segna una città medaglia d’oro della resistenza conferendole una connotazione aggressiva e inospitale, secondo i ricorrenti. 
All'udienza che si è tenuta il 12 febbraio 2014 avanti il Tribunale di Torino il Giudice ha proposto che il Comune di Varallo si impegnasse entro il 15 marzo alla rimozione integrale di tutti i cartelli, a revocare la ordinanza 99/2009 che prevedeva il divieto di uso del bourkini e a modificare la ordinanza 100/2009 che prevedeva il divieto di copricapi che rendano impossibile il riconoscimento integrando l'ordinanza stessa con l'aggiunta "salvo giustificato motivo". I ricorrenti, da parte loro, si erano dichiarati disponibili ad abbandonare la causa una volta che l’amministrazione comunale di Varallo avesse adempiuto come da accordo.
Il sindaco in carica, Eraldo Botta, presente all'udienza, ha dichiarato di aderire, sottacendo con incredibile disinvoltura che, nello stesso momento, aveva già mandato in stampa dei cartelli (poi affissi la mattina successiva) dal contenuto analogo ai precedenti, ai quali ha fatto aggiungere in caratteri tanto piccoli da essere quasi illeggibili la sola frase "salvo giustificato motivo" sollecitata dal Giudice. 
Tale infantile artificio ci lascia sconcertati “ dichiara l'avv. Alberto Guariso, che come ASGI assieme all'avv. Alessandro Maiorca sta seguendo la vicenda ” sia per l'inammissibile spreco di denaro pubblico che per il mancato rispetto degli accordi presi in una sede giudiziaria”.
Nella vicenda meraviglia la pervicacia con la quale si vuole ad ogni costo dare un segnale di avversione non solo alla povertà (si veda la scritta "no all'accattonaggio": come se un Comune potesse operare per slogan e non con le azioni di buona amministrazione) ma soprattutto alla popolazione di religione islamica che potrebbe essere indotta dalla grande scritta "NO al volto coperto" a ritenere che presso il Comune di Varallo viga un divieto di indossare burqa o niqab che non vige in alcuna parte d'Italia. 
Il tutto ovviamente senza alcuna ragione, non risultando nella storia di Varallo alcuna situazione che richieda un simile intervento comunale. 
“Riteniamo che l'accordo raggiunto per un futuro abbandono della causa sia venuto meno e continueremo come associazione nel nostro impegno per rimuovere qualsiasi atto di prevaricazione e di intolleranza “ conclude Alberto Guariso.