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08.05.2009
 
Il rinvio forzato in Libia di migranti da parte dell'Italia. Le spiegazioni del Ministro dell'Interno: un respingimento fondato sul protocollo di attuazione del 4 febbraio 2009 di attuazione dell'accordo di collaborazione del dicembre 2007 sul contrasto dell'immigrazione irregolare
 

Il ministro dell'Interno in conferenza stampa al Viminale ha illustrato i dettagli dell'azione congiunta con le autorità libiche che ha permesso di riportare verso Tripoli le tre imbarcazioni con 227 migranti.

Dalla firma del protocollo che lo stesso ministro Maroni aveva siglato il 4 febbraio 2009, dando così attuazione all'accordo tra i due Paesi per il pattugliamento congiunto delle acque del Mediterraneo firmato nel dicembre 2007, l'operazione che tra il 5 e 6 maggio 2009 ha consentito, in accordo con le autorità libiche, il respingimento verso il paese di partenza delle imbarcazioni intercettate in mare segna «una svolta nel contrasto all'immigrazione clandestina».
Così il ministro dell'Interno Maroni ha commentato, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio del 7 maggio 2009 al Viminale presenti il sottosegretario all'Interno Mantovano, il Capo della Polizia Manganelli e il Capo del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione Morcone, l'avvenuto respingimento verso le coste del paese di provenienza dei barconi, due delle quali nelle acque Sar maltesi a 65 miglia a sud di Lampedusa.
Il ministro, fornendo i dettagli dell'operazione, ha sottolineato il successo della diplomazia italiana e del Governo che con la firma nei mesi scorsi del protocollo con la Libia ha permesso, per la prima volta, l'attuazione del principio del respingimento verso il paese di provenienza dell'imbarcazione che, non consentendo l'arrivo sul territorio italiano, previene le problematiche legate al rimpatrio dei migranti sbarcati sulle nostre coste. «Questo è il modello - ha detto Maroni - che i paesi europei devono adottare verso i paesi rivieraschi».
Maroni ha annunciato anche che il prossimo 14 maggio sarà a Gaeta da dove partiranno le motovedette italiane verso la Libia e dove, già da quindici giorni, si stanno addestrando gli equipaggi libici per pattugliare le acque internazionali.
«Prima di qualunque cosa, ha ribadito Maroni, viene la vita di chi chiede soccorso, che va sempre salvaguardata» rassicurando chi tra i giornalisti chiedeva se le operazioni di respingimento potessero essere pericolose per l'incolumità dei migranti a bordo delle barche.
Sempre sull'operazione in mare, il Capo della Polizia Manganelli ha rivelato che «l'inizio era previsto per il 15 maggio ma già dal 30 aprile la Libia ha iniziato i controlli. In questo caso ha chiesto ausilio all'Italia, ma in realtà ha già fatto cinque-sei interventi».

Rielaborazione dalle Notizie pubblicate sul sito internet del Ministero dell'Interno