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22.11.2013
 
Tratta degli esseri umani :l'Italia ha due mesi per recepire la Direttiva UE
 
La Commissione europea ha deciso il 20 novembre 2013 l'archiviazione di 10 procedure d'infrazione di cui 1 relativa a un caso di pre-infrazione,mentre ne ha aperto altre sei.

Le procedure d'infrazione a carico dell'Italia scendono a 102, di cui 85 riguardano casi di violazione del diritto dell'Unione e 17 attengono a mancato recepimento di direttive.

Insieme a Cipro, Spagna e Lussemburgo, l'Italia ha ricevuto un parere motivato per mancata applicazione della legislazione comunitaria in materia di tratta degli esseri umani. 
Si tratta del mancato recepimento della direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2011, concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, e che sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI.

Oltre 6 mesi dopo il termine per il recepimento della direttiva e nonostante le lettere di costituzione in mora inviate il 29 maggio 2013, questi paesi non hanno ancora notificato alla Commissione le misure nazionali adottate per attuare le norme UE.

La Commissione ha inviato dunque pareri motivati. Se gli Stati membri non ottempereranno al loro obbligo giuridico entro due mesi, la Commissione potrebbe decidere di adire la Corte di giustizia al riguardo.

La direttiva UE in materia di tratta degli esseri umani può fare una reale differenza per la vita delle vittime ed evitare altre vittime potenziali. La direttiva prevede azioni in diverse aree, quali le disposizioni del diritto penale, le azioni penali contro gli autori dei reati, il sostegno alle vittime e i diritti delle vittime nei procedimenti penali, la prevenzione e il controllo dell'attuazione.

Ad oggi, 18 paesi hanno notificato di aver completato il recepimento (Repubblica ceca, Svezia, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Romania, Finlandia, Bulgaria, Croazia, Irlanda, Grecia, Francia, Austria, Portogallo, Slovacchia e Regno Unito).

Il fenomeno della tratta di esseri umani continua ad essere in espansione, con forme di sfruttamento diversificate, in particolare anche nell’ambito lavorativo. 

Per contrastare tale fenomeno,  secondo l'ASGI la tutela della vittima deve essere posta in primo piano e per raggiungere tale obiettivo occorre
1) dare piena attuazione alle disposizioni della Direttiva 2011/36 UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, fornendo assistenza e sostegno alle vittime e garantendo effettive forme di indennizzo;
2) dare completa attuazione alle disposizioni di cui all’art. 18 T.U. 286/98 ;
3) modificare le vigenti norme nazionali in tema di grave sfruttamento lavorativo che sono del tutto prive di coerenza e organicità e incapaci di tutelare effettivamente le vittime. 

ASGI chiede da tempo al Governo italiano di recepire la Direttiva 2011/36/UE  cosi' come indicato nel Manifesto per una riforma della normativa dell'immigrazione, cittadinanza e asilo, nel capitolo espressamente dedicato alla tratta e sfruttamento.

Sulla banca dati EUR-Infra l'elenco delle altre procedure aperte. 

Fonte: EuractivPolitiche europeeCommissione Ue