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23.10.2013
 
Inchiesta sul sistema d'accoglienza italiano
 
Gli eritrei arrivati in Sicilia preferiscono farsi rompere un braccio a manganellate piuttosto che lasciare le impronte digitali, cosa che li condannerebbe a chiedere asilo all'Italia. Gli afgani e i pachistani a Crotone vanno tutti i giorni in questura a pregare di essere identificati. Ma la polizia rimanda di mesi perché non c'è posto nel centro di accoglienza, dove per legge dovrebbero andare nel momento in cui sono schedati e fanno richiesta di protezione internazionale. Sta in questo paradosso il caos del sistema d'accoglienza italiano per richiedenti asilo, che opera in "emergenza" da oltre dieci anni.

L'inchiesta di Repubblica

Profughi Siriani, l'unica salvezza  e' fuggire di nuovo
Intervista a Carla Trommino, ASGI
Il nostro Paese è solo una tappa del loro viaggio verso la Svezia dove possono contare su una rete di parenti e amici, ma la legge impedisce di dare la giusta assistenza. Così proliferano pratiche illegali e molti migranti sono vittime di truffe e soprusi.

Si ringrazia per la segnalazione Raffaella Cosentino