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23.10.2013
 
Diritto di asilo e tutela giurisdizionale: temi e sviluppi.
 
Venerdì 18 ottobre si è svolto presso la sede della Provincia di Roma, Palazzo Valentini, il convegno organizzato dalle associazioni ASGI, A buon diritto onlus e Senzaconfine dal titolo “Diritto di asilo e tutela giurisdizionale: temi e sviluppi”.

Il convegno ha registrato una grande partecipazione, essendo presenti circa 100 persone.
I relatori presenti all'incontro, moderato da Valentina Brinis (collaboratrice del Sen. Luigi Manconi), si sono soffermati sulle principali problematiche legate alla tutela del riconoscimento della protezione internazionale nel sistema italiano, con un'attenzione particolare all'accesso da parte dei richiedenti asilo al patrocinio a spese dello Stato, condizione indispensabile per garantire un'effettiva tutela del diritto d'asilo. 
Il dibattito è stato animato anche in ragione della variegata provenienza dei relatori, erano, infatti, presenti, oltre agli avvocati ASGI Loredana Leo, Salvatore Fachile e Lorenzo Trucco, il dott. Gianfranco Schiavone, la dott.ssa Alessia Montuori di Senzaconfine, la dott.ssa Lucia Fanti – Consigliere della Corte d'Appello di Roma –, l'Avv. Mario Scialla – Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Roma. Per un impedimento del dott. Massimo Crescenzi, invitato all’incontro, non vi è stata, tuttavia, una rappresentanza della della I sez. del Tribunale civile di Roma, sezione deputata ad occuparsi proprio dei ricorsi avverso i dinieghi del riconoscimento della protezione internazionale da parte delle commissioni territoriali.
La discussione è stata aperta dalla Dott.ssa Montuori che ha presentato il lavoro di ricerca svolto dall'associazione Senzaconfine e poi confluito nel rapporto Le Voci Sospese sulla qualità della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale. 
La relazione ha immediatamente portato all'attenzione alcune delle problematiche che sono state poi riprese anche nei successivi interventi proprio in ragione della loro centralità: il problema del rapporto tra le diverse forme di protezione internazionale; le difficoltà derivanti dalla valutazione delle domande attraverso l'audizione innanzi alle Commissioni Territoriali per quanto riguarda ad esempio la preparazione dei commissari, il problema della valutazione della credibilità delle deposizioni dei richiedenti asilo con il rischio che il colloquio si trasformi in una sorta di interrogatorio sulla falsa riga di quelli svolti dalla polizia e la non esaustività delle fonti consultate dalle Commissioni per valutare la situazione dei paesi d'origine dei richiedenti la protezione internazionale.

La cornice in cui si è inserita la maggior parte degli interventi è stata quella del diritto internazionale e comunitario, quest'ultimo in rapida evoluzione. 
L'intervento del dott. Gianfranco Schiavone infatti si è concentrato sull’illustrazione di quello che viene definito il “nuovo pacchetto asilo” che comprende la rifusione di tutte le direttive europee in merito.
Le carenze del sistema italiano per quanto riguarda la protezione di soggetti vulnerabili, quali minori non accompagnati e richiedenti asilo sono emerse con forza dopo l'apertura, nell'ottobre 2012, della procedura d'infrazione da parte della Commissione Europea nei confronti dell'Italia. L'avv. Salvatore Fachile ha illustrato le principali criticità contestate all'Italia, che sono legate a tutti i passaggi della procedura di riconoscimento della protezione internazionale. Dalla possibilità stessa di presentare la richiesta di protezione, negata nel caso dei respingimenti sommari verso la Grecia (e di quelli che sono eseguiti all'aeroporto di Fiumicino, che non sono però oggetto della procedura d'infrazione), alla difficoltà di relazionarsi, nel corso dell'audizione, con commissari che spesso non possiedono sufficiente preparazione in materia di asilo, al trattenimento dei richiedenti asilo, all'accesso alla tutela giurisdizionale.
Quest'ultimo punto, in particolare, è stato oggetto di analisi e dibattito nel corso di tutta la mattinata.
Come sottolineato dall'avv. Lorenzo Trucco, i maggiori problemi che si riscontrano nel sistema italiano di riconoscimento della protezione internazionale sono legati all'accesso alle procedure, alla qualità dell'audizione e alla possibilità di proporre ricorso giurisdizionale. Inoltre esistono delle enormi disparità, all'interno del territorio, tra le prassi delle commissioni e dei tribunali nell'applicazione delle norme relative alla materia dell'asilo: l'audizione del ricorrente, pur essendo momento essenziale per la valutazione della richiesta di protezione, non viene sempre disposta – il tribunale di Roma ad es., come rilevato dalla dott.ssa Fanti, spesso non la richiede con ciò compromettendo l'imprescindibile valutazione dell'attendibilità del ricorrente; non sempre è garantita la presenza dell'interessato durante l'udienza per la proroga del trattenimento, è quanto accade ad es. a Torino; in alcuni casi si riscontra una carente preparazione in materia di diritto dell'immigrazione da parte degli organi giudicanti e il problema è acuito dall'affidamento di gran parte dei casi ad essa relativi a G.O.T. e V.P.O. Il tema dell’affidamento ai GOT di cause concernenti la procedura di protezione internazionale è, altresì, emerso di frequente nel corso del Convegno: è stato, infatti, evidenziato come tale prassi risulta comune presso il Tribunale Civile di Napoli nonché presso il Tribunale di Roma. L’avvocato Trucco ha, infine, messo in rilievo il problema dell'accesso al patrocinio a spese dello Stato che è di fatto negato ai richiedenti asilo in diverse zone del paese, non superando le richieste la prima valutazione da parte di diversi Consigli dell'ordine degli Avvocati. 
Il Consiglio dell'ordine degli Avvocati di Roma – in rappresentanza del quale era presente il consigliere Mario Scialla – ha iniziato, a partire dal marzo 2013, a respingere gran parte le istanze presentate da richiedenti protezione internazionale adducendo quale unica motivazione il mancato deposito della certificazione consolare, di cui all’art. 79 co. 2 DPR 115/2002. Come affermato con forza durante il convegno dall'avv. Leo e dall'avv. Trucco, nonché da molti dei partecipanti che operano nel settore, tale richiesta è del tutto illegittima perché l'impossibilità di entrare in contatto con le autorità del proprio paese d'origine risiede in re ipsa nella condizione del richiedente asilo. Nemmeno la soluzione prospettata dall'avv. Scialla, di una richiesta della suddetta certificazione inoltrata alle ambasciate direttamente via fax da parte del difensore, sarebbe praticabile in quanto violerebbe gli obblighi deontologici dello stesso. 
Questa prassi del Consiglio dell'ordine degli Avvocati di Roma, negando di fatto ai richiedenti asilo la possibilità di accedere alla tutela giurisdizionale, si pone nettamente in contrasto con le convenzioni internazionali e con il diritto comunitario (e precisamente con gli artt. 16 e 25 della Conv. di Ginevra e con gli artt. 22 e 39 della direttiva procedure).
Inoltre, fino al marzo 2012, lo stesso Consiglio dell'ordine aveva ammesso la produzione di un'autocertificazione dei redditi nel paese d'origine in luogo del certificato consolare. Del resto, come sottolineato dall'avv. Laura Barberio intervenuta nel corso del dibattito, detta autocertificazione è pacificamente accettata da TAR e Consiglio di Stato. 
Stando a quanto affermato dall'avv. Scialla, il mutamento di orientamento si sarebbe verificato in seguito ad alcuni controlli svolti dalla Corte dei Conti all'inizio del 2012, sulle ammissioni – ritenute spesso frettolose – al patrocinio a spese dello Stato, nonché in seguito ad alcune segnalazioni pervenute dal Tribunale civile; una circostanza che, estranea alla tematica specifica della protezione internazionale, non giustificherebbe comunque l'adozione di una prassi illegittima che pare avere come fine la riduzione dei costi derivanti dall'accesso al patrocinio a spese dello Stato. 
Infine, di grande interesse è stato l'intervento della dott.ssa Lucia Fanti che si è soffermata sulle peculiarità dei procedimenti aventi ad oggetto la valutazione delle richieste di protezione internazionale, in particolare provenienti da richiedenti asilo/ricorrenti nigeriani; tra queste l'attenuazione dell'onere della prova che consente l'ammissione di prove atipiche – tra cui grande importanza possono avere documenti quali articoli di giornale o certificati medici, sempre tenendo conto della difficoltà di ottenere documenti ufficiali dai paesi d'origine – o la possibilità di dedurre nuovi fatti in II grado. Elemento centrale di questo genere di procedimenti è infine l'audizione, che, come affermato dalla dott.ssa Fanti, dovrebbe essere sempre disposta per poter valutare con precisione l'attendibilità del ricorrente e andrebbe condotta con particolare cura, tenendo conto del contesto di provenienza degli stessi nonché delle differenze culturali che possono intercorrere fra ricorrente e organo giudicante.
a cura di Lucia Gennari

Per approfondire

Il programma del Convegno 

Galleria fotografica dell'evento e registrazione degli interventi

La protezione ai cittadini nigeriani – Dott.ssa Lucia Fanti - Intervento della Dott.ssa Lucia Fanti, Consigliere della Corte D’Appello di Roma