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04.09.2013
 
ASGI alla regione Sicilia- No alla gestione emergenziale degli sbarchi ma soluzioni condivise
 
La sezione siciliana dell'ASGI chiede un incontro immediato con le Istituzioni al fine di affrontare adeguatamente le criticità indicate in un comunicato.

Attivare un tavolo di coordinamento regionale
con i prefetti, le questure, l’ANCI regionale e con i comuni nei quali trovano accoglienza i richiedenti asilo ed i profughi,  individuare mezzi credibili di inserimento sociale di coloro che ottengono in Sicilia il riconoscimento di uno status di protezione, garantire la tutela dell’unità familiare dei profughi con familiari regolarmente residenti in altri paesi europei ed agevolare il sollecito ricongiungimento come prescritto dal Regolamento Dublino.

Queste alcune delle richieste esposte in un dettagliato documento inviato al Governatore della regione Sicilia da parte della sezione ASGI locale, che chiede alle istituzioni piu' azioni in tema d'immigrazione, a partire dall'adozione  al più presto di una legge regionale in materia di immigrazione ed asilo.

Emergenza ingiustificata
La gestione troppo spesso emergenziale dell'accoglienza dei migranti non puo' piu' essere giustificata.
"L’emergenza non è data dal numero delle persone che arrivano, ancora inferiore a quello di anni come il 2008 ed il 2011" si legge nel comunicato inviato alla Regione " ma dalla mancanza di un sistema di accoglienza."

Anche sul fronte sanitario, c'e' molta strada da fare
E' necessario " recepire l’Accordo Stato-Regioni del 20.12.2012, ai sensi dell’art. 4 D.Lgs. n. 281/97, sul documento recante: “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome”, al fine di garantire la massima tutela sanitaria ai migranti residenti nel territorio regionale e salvaguardare, nel contempo, l’interesse della collettività alla salute pubblica".

L'accoglienza va cambiata
Va data priorita' all'"attivazione di centri di accoglienza decentrata di dimensioni medio-piccole" mentre vanno chiusi i "centri “informali” di prima accoglienza, luoghi nei quali la libertà personale a seconda del momento è stata sottoposta ad evidenti limitazioni" conclude l'ASGI Sicilia .

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