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28.06.2013
 
UNHCR : aggiornamenti sull'iter della clausola di cessazione dello status di rifugiato per il Ruanda
 
Nell'ottobre del 2009 l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) annunciava il lancio di una strategia per porre un termine in maniera adeguata e definitiva alla situazione dei rifugiati ruandesi fuggiti dal proprio paese prima del 31 dicembre 1998. Quattro le componenti del piano: rimpatrio volontario, integrazione locale, mantenimento dello status di rifugiato per le persone ancora bisognose di protezione internazionale e infine l'invocazione della cosiddetta clausola di cessazione.

Le clausole di cessazione sono contemplate nella Convenzione ONU sui rifugiati del 1951 e nella Convenzione sui rifugiati dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA) del 1969. Lo status di rifugiato – dispongono le clausole – termina una volta che nel paese d'origine abbiano avuto luogo mutamenti fondamentali e duraturi e che le circostanze che hanno indotto le persone a fuggire non sussistano più. Nel caso del Ruanda, l'UNHCR ha raccomandato che la cessazione abbia efficacia dal 30 giugno 2013.

Tutti i principali paesi d'asilo che accolgono rifugiati ruandesi – così come lo stesso Ruanda – hanno implementato la strategia e, a seguito del meeting ministeriale svoltosi a Pretoria lo scorso 18 aprile, hanno concordato di applicare la cessazione con diverse modalità. 

Ciò si traduce nel fatto che alcuni stati stanno procedendo nel senso dell'attuazione della cessazione dello status di rifugiato, mentre altri governi, in vista di limitazioni interne di carattere giuridico e pratico, preferiscono dare priorità ad altre componenti della strategia. Tutti comunque stanno perseguendo le rispettive componenti di tale strategia, tra cui l'integrazione locale, garantendo status giuridici alternativi – tra cui il percorso verso la naturalizzazione - ai rifugiati ruandesi che ne hanno titolo.

L'UNHCR sta collaborando a stretto contatto con tutti i governi e gli attori interessati, compresi gli stessi rifugiati, sull'implementazione dei differenti aspetti che caratterizzeranno la strategia oltre il 30 giugno 2013.

Il genocidio del 1994 e gli scontri armati nel nord-ovest del Ruanda nel 1997 e 1998 – l'ultima volta che il paese è stato teatro di violenza generalizzata – hanno provocato la fuga oltreconfine di 3,5 milioni di ruandesi. Da allora quasi tutti – tranne circa 100mila di loro – hanno potuto far ritorno alle proprie case grazie alla pace e alla stabilità che permangono nel paese.

I 100mila rimasti all'estero si trovano principalmente in Burundi, Kenya, Malawi, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Sudafrica, Uganda, Zambia e Zimbabwe.

In linea con il proprio mandato l'UNHCR è impegnato nel tentativo di risolvere le situazioni di rifugiati che si protraggono da lungo tempo in Africa. Nel 2008 ha avuto luogo la cessazione dello status di rifugiato per i rifugiati sierraleonesi, il 30 giugno dello scorso anno per i rifugiati angolani e liberiani.
Fonte : UNHCR

Per approfondire

UNHCR  in Ruanda