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27.03.2013
 
Decreto del Ministro del Lavoro aggiorna l’elenco delle associazioni legittimate ad agire nelle cause giudiziarie contro le discriminazioni etnico-razziali
 

Il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con delega alle Pari Opportunità, del 13 marzo scorso ha aggiornato l’elenco delle associazioni legittimate ad agire in giudizio nelle cause civili contro forme di discriminazioni etnico-razziali, sulla base di quanto previsto dall’art. 5 c. 1 e c. 3 del d.lgs n. 215/2003 di recepimento della direttiva n. 2000/43/CE.

Tali previsioni normative attribuiscono infatti alle associazioni e agli enti inseriti in un apposito elenco approvato con decreto ministeriale la legittimazione ad agire in nome o per conto o a sostegno del soggetto passivo della discriminazione, e la legittimazione diretta nei casi di discriminazione collettiva qualora non siano individuabili in modo diretto ed immediato le persone lese dalla discriminazione.

L’elenco delle associazioni ed enti legittimati ad agire in giudizio è stato dapprima pubblicato  con decreto interministeriale 16.12.2005, e successivamente aggiornato con il D.P.C.M., Dipartimento Pari Opportunità,  09 aprile 2010 (G.U. n. 180 dd. 04.08.2010),  con il Decreto del  Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali  12 ottobre 2011 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 256 del 3 novembre 2011) ed ora con il  Decreto del Ministro del Lavoro 13 marzo 2013. Tale elenco include  sia le associazioni ed enti  già inclusi nel registro delle associazioni che si occupano dell’integrazione dei migranti, previsto dall’art. 49 T.U., sia le associazioni ed enti  che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni e sono iscritti nell’apposito elenco tenuto dall’UNAR  previsto dal decreto di recepimento della  direttiva n. 2000/43.  

Sulla base del nuovo elenco aggiornato, sono più di 550 le associazioni legittimate ad agire nelle cause antidiscriminazione per motivi etnico-razziali, tra cui l’ASGI.

L’art. 5 d.lgs. n. 216/2003, di recepimento della direttiva 2000/78 (“Occupazione”), così come modificato dal  D.L. n. 59/2008, ha invece attribuito alle organizzazioni sindacali e alle organizzazioni rappresentative del diritto o dell’interesse leso, la legittimazione ad agire in nome o per conto o a sostegno del soggetto passivo della discriminazione, ma anche un potere di legittimazione diretta nei casi di discriminazione collettiva qualora non siano individuabili in modo diretto ed immediato le persone lese dalla discriminazione fondata sul credo religioso o le convinzioni personali, la disabilità, l’orientamento sessuale, l’età.