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15.01.2013
 
Il Comune di Pordenone toglierà la clausola di cittadinanza per l'accesso alle borse di studio
 

A seguito della segnalazione del Servizio antidiscriminazioni dell'ASGI, l'Assessore all'Istruzione del Comune di Pordenone ha annunciato che verrà modificato il Regolamento comunale per l'assegnazione di borse di studio per studenti universitari meritevoli appartenenti a famiglie in condizione di bisogno economico dal lascito testamentario "Mior-Brussa", alle quali possono attualmente concorrere solo gli studenti di cittadinanza italiana residenti nel comune di Pordenone da almeno cinque anni.

L'Assessore all'Istruzione, Ines Flavia Rubino, ha annunciato che i requisiti di cittadinanza italiana e di anzianità di residenza verranno tolti a partire dal prossimo bando che verrà indetto nel settembre 2013, consentendo la partecipazione a tutti gli studenti in possesso dei requisiti di merito e di bisogno, residenti nel Comune di Pordenone e a prescindere dalla loro nazionalità.

L'Assessore ha precisato che non vi era un intenzione dell'Amministrazione di discriminare gli studenti stranieri, ma che i requisiti 'discriminatori' erano stati previsti originariamente sulla base del contenuto del lascito testamentario. L'Amministazione comunale ha condiviso le osservazioni mosse dall'ASGI che una pubblica amministrazione non può ritenersi vincolata da un negozio giuridico privato a mettere  in atto una discriminazione contraria ai principi costituzionali fondamentali.

L'ASGI esprime apprezzamento per la decisione dell'Amministrazione comunale di Pordenone.

 

Dal “Messaggero Veneto”, edizione dd. 13 gennaio 2013

Concorso negato.L’assessore accetta di cambiare bando

Pordenone, mutata la rotta dopo i rilievi Asgi sull’esclusione di stranieri. «Alle prossime borse di studio potranno partecipare tutti»

di Stefano Polzot

PORDENONE. Non è rimasta inascoltata la lettera che l’Asgi - Associazione di studi giuridici sull’immigrazione - ha inviato al Comune con la quale chiede la modifica del bando per l’assegnazione delle borse di studio del lascito Mior-Brussa eliminando il doppio vincolo della cittadinanza italiana e dei 5 anni di residenza a Pordenone. L’amministrazione Pedrotti, infatti, ha deciso che il prossimo regolamento sarà modificato, consentendo ai giovani immigrati, come la studentessa universitaria la cui domanda di partecipazione è stata bocciata il 31 ottobre scorso, di poter partecipare.

«Abbiamo letto la lettera dell’Asgi e approfondito il tema - annuncia l’assessore all’Istruzione, Ines Flavia Rubino - arrivando a condividere le osservazioni che ci sono state mosse. Per questo motivo, in occasione del prossimo bando, che si terrà a settembre, abbiamo deciso di togliere ogni vincolo alla cittadinanza e alla residenza da 5 anni per consentire anche agli studenti stranieri di poter concorrere».

La Rubino ricorda che il doppio limite era contenuto nel lascito testamentario, ma, come ha eccepito l’Asgi, una amministrazione pubblica, nell’attribuzione di interventi a beneficio dei propri cittadini, non può accettare vincoli che sono contrari all’ordinamento europeo. Proprio alla Commissione europea si è rivolta l’associazione che ha sede a Torino, come pure una segnalazione è stata inoltrata all’Ufficio nazionale contro le discriminazioni presso la presidenza del Consiglio dei ministri.

Nulla si può fare, a detta dell’assessore all’Istruzione, rispetto al bando al quale aveva chiesto di partecipare la studentessa. «Le borse di studio sono state già assegnate - afferma - tra l’altro a due studenti molto meritevoli e mettere tutto in discussione rischia di produrre ricorsi e risvolti poco piacevoli. Essendo il bando destinato a studenti universitari di famiglie disagiate in base a certificazione Isee a prescindere dall’annualità del corso di laurea frequentato la concorrente esclusa potrà partecipare alla prossima edizione».

Porre vincoli nell’assegnazione di benefici sociali, come ha ricordato l’Asgi, è contrario alle norme europee anche a fronte di una sentenza della Corte di giustizia che ha considerato il criterio della residenza come una discriminazione indiretta o dissimulata vietata dall’ordinamento comunitario in quanto produce l’effetto di privilegiare alcuni cittadini rispetto ad altri.


in:  http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/01/13/news/concorso-negato-l-assessore-accetta-di-cambiare-bando-1.6342517

a cura del servizio di supporto giuridico contro le discriminazioni etnico-razziali e religiose. Progetto ASGI con il sostegno finanziario della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS