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20.12.2012
 
FRA Agenzia europea per i diritti fondamentali - Due nuovi rapporti su accesso alla giustizia nei casi di discriminazione e diritti delle vittime di crimini di odio
 

 

FRA, Access to Justice in cases of discrimination in the EU – Steps to further equality, December 2012.

Il principio di non-discriminazione è fermamente stabilito nell'Unione Europea (UE) e la legislazione prevede disposizioni in materia di accesso alla giustizia. Il rapporto esamina il processo di ricerca di soluzioni in caso di discriminazione. Esso fornisce una  dettagliata analisi di ciò che gli organi degli Stati membri dell'UE che si occupano di casi di discriminazione possono compiere  per dare  sostegno alle possibili vittime di discriminazioni e  offrire loro la possibilità di un risarcimento. Il rapporto esamina i fattori che  ostacolano rimedi efficaci, come ad esempio la complessità del sistema di reclami, che scoraggiano le persone   e finiscono per rafforzare i sentimenti di impotenza delle vittime.

La ricerca conclude mette in risalto i fatto che possono  meglio consentire l’accesso a  rimedi efficaci, come ad esempio la consulenza legale. Nell'affrontare questi problemi, l'accesso alla giustizia è inteso in senso lato. Per evidenziare  i vari modelli di accesso alla giustizia nei casi di discriminazione in tutta l'UE, otto Stati membri sono stati selezionati per un esame più approfondito: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Italia e Regno Unito. Oltre alla diffusione geografica, questa selezione presenta una gamma di sistemi che divergono tra loro in rapporto alla storia, struttura, dimensioni  e ai livelli istituzionali. Il rapporto analizza come gli aspetti migliori di ciascuna esperienza nazionali possano essere esportati anche negli altri Paesi dell’Unione europea.

 

FRA, Making hate crime visible in the European Union: acknowledging victims' rights, november 2012.

Il crimine generato dall’odio è una realtà quotidiana in tutta l’Unione europea (UE), due nuovi report dell’Agenzia europea dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) lo confermano. La violenza e i reati causati dal razzismo, la xenofobia, l’intolleranza religiosa o la disabilità, l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona sono tutti esempi di reati generati dall’odio, che non solo danneggiano le vittime della violenza, ma si ripercuotono anche sugli impegni dell’UE per la democrazia e i diritti fondamentali di uguaglianza e non discriminazione.
Per combattere i crimini generati dall’odio, l’UE e i suoi Stati membri devono rendere tali reati più visibili e assicurare i responsabili alla giustizia. Occorre una maggiore volontà politica da parte dei responsabili delle decisioni per contrastare pregiudizi diffusi contro certi gruppi e risarcire i danni arrecati. Le vittime e i testimoni devono pertanto essere incoraggiati a segnalare tali crimini e si dovrebbe adottare una legislazione, a livello UE e nazionale, che obblighi gli Stati membri a raccogliere e pubblicare dati sui reati generati dall’odio. In questo modo si riconoscerebbero le vittime di tali reati, in linea con i requisiti derivanti dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Per assicurare meglio i trasgressori alla giustizia, i legislatori dovrebbero anche prendere in considerazione pene maggiori per i crimini generati dall’odio, per sottolinearne la gravità, mentre le sentenze dei tribunali dovrebbero affrontare il problema dei pregiudizi pubblicamente, mettendo in chiaro che tali reati conducono a pene più severe.

Un nuovo rapporto della FRA dal titolo Making hate crime visible in the European Union: acknowledging victims’ rights (Rendere visibili nell’Unione europea i criminigenerati dall’odio: il riconoscimento dei diritti delle vittime) delinea un approccio ai reati generati dall’odio dalla prospettiva dei diritti fondamentali ed offre un’analisi comparativa dei meccanismi di raccolta di dati ufficiali su tali reati negli Stati membri dell’UE. Essa mette in evidenza le sfide inerenti la registrazione di reati generati dall’odio ed esamina in che modo è possibile ampliare il campo di applicazione della raccolta di dati ufficiali al fine di consentire agli Stati membri di adempiere gli obblighi nei confronti delle vittime di questo tipo di reati.