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06.10.2012
 
Cassazione: Fare il saluto romano inneggiando al razzismo e al fascismo costituisce reato
 

Va condannato chi fa il saluto romano, inneggiando al razzismo e al fascismo. Lo ha deciso la sesta sezione penale della Cassazione, confermando la pena inflitta dalla Corte d’appello di Firenze a Lorenzo F., un 50enne toscano che, in concorso con altre persone, durante una “pubblica riunione”, aveva effettuato il saluto romano scandendo “slogan inneggianti al razzismo e al regime fascista”.

La Suprema corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’uomo, che peraltro verteva unicamente sulle modalità dell’identificazione operata dagli agenti di polizia in qualità di testimoni durante una manifestazione risalente al 23 aprile del 2005, ed organizzata a Firenze da un gruppo neofascista.

Già in passato,  la Suprema Corte  (sentenza 25184/2009) si era pronunciata sulla fattispecie penale prevista dall’art. 2 del D.L. 26-4-1993 n. 122 (“Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa”. Pubblicato nella Gazz. Uff. 27 aprile 1993, n. 97), convertito in legge n. 205/2003 (“ Chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654 , è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 103 a euro 258).  Qui i giudici di legittimità avevano affermato che il “saluto romano” non può essere considerato come una mera espressione della possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero, in quanto “la libertà di manifestazione del pensiero e quella di ricerca storica cessano quando travalicano in istigazione alla discriminazione ed alla violenza di tipo razzista”. Il ‘saluto romano’ acquista questo significato di incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religioso quando, per il contesto o per l’ambiente in cui viene compiuto, è inequivocabilmente diretto a favorire la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio etnico-razziale. Ulteriormente, il ‘saluto romano’ di per sé costituisce una manifestazione esteriore, che rimanda, per comune nozione storica, all’ideologia fascista, e quindi ad un’ideologia politica “sicuramente  non portatrice dei valori paritari e di non violenza, ma al contrario, fortemente discriminante ed intollerante” ovvero ad un “regime totalitario che ha emanato, tra l’altro, leggi di discriminazione dei cittadini per motivi razziali” (Cassazione, sentenza n. 37390 dd. 11.10.2007).

a cura del servizio di supporto giuridico contro le discriminazioni etnico- razziali e religiose. Progetto ASGI con il sostegno finanziario della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS.