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17.07.2012
 
La “spending-review” rischia di discriminare gli studenti universitari stranieri
 

Il decreto-legge   6 luglio 2012, n. 95 (“Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi a i cittadini”, entrato in vigore il 9/7/2012, meglio noto come “spending review”),  ha introdotto una  norma  suscettibile di aprire la strada ad una sorta di liberalizzazione delle tasse e dei contributi universitari, in particolare per studenti fuori corso gli e studenti stranieri di Paesi terzi non membri UE, con conseguenti valenze discriminatorie (Titolo II art. 7 comma 42, in modifica al Decreto del Presidente della Repubblica n° 306 del 1997, che disciplina le norme in merito ai contributi studenteschi nelle università).

La normativa attuale (il DPR 306/1997, appunto) fissa il limite massimo del 20% come “rapporto fra l’intero ammontare dei contributi e delle tasse universitarie e l’annuale assegnazione di fondi ministeriali (FFO, Fondo di Finanziamento Ordinario)”. Oggi, il testo della “spending review” introduce alcune modifiche. In primo luogo il calcolo del limite del 20% non avverrà più tenendo conto dell’intero ammontare della contribuzione studentesca complessiva, ma solo ed esclusivamente di quella relativa agli studenti “cittadini italiani e di Paesi membri UE che risultano essere in corso”. Da ciò deriva che gli Atenei potranno innalzare liberamente e senza alcun limite le tasse universitarie destinate agli studenti fuori corso (che sono circa il 56,5% del totale secondo i dati raccolti per il 2008/2009 dall’Anagrafe Nazionale Studenti del Miur) e saranno tentati a fare altrettanto nei confronti degli studenti cittadini stranieri di Paesi non membri UE, in violazione del principio di parità di trattamento di cui all’art. 39 c. 1 e  5 del d.lgs. n. 286/98 e all’art.  46 c. 5 del d.P.R. n. 394/99.”. Questo provvedimento, se confermato, rappresenterebbe dunque un rischio che si pongano in essere negli Atenei italiani comportamenti e prassi discriminatorie nei   confronti degli  studenti stranieri provenienti da paesi terzi, compromettendo seriamente il loro diritto all’istruzione. Questo anche nei confronti di migliaia di ragazze e ragazzi nati o cresciuti in Italia, seconde generazioni, cui la legge italiana  non riconosce la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana.

Contro la norma introdotta dal decreto sulla “spendine review” è stato promosso un appello che riportiamo di seguito.

Il servizio anti-discriminazioni dell’ASGI ha avuto già modo di intervenire sul regolamento d’ateneo adottato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia che prevedeva tasse e contributi universitari maggiorati per gli studenti stranieri di Paesi terzi, a parità di ogni altra condizione rispetto agli studenti italiani e comunitari.

A seguito dell’intervento dell’ASGI (consultabile alla pagina web: http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2215&l=it ),  nella seduta dell’8 giugno scorso il Consiglio di amministrazione dell’Universita’ ha introdotto alcune modifiche alla disciplina della contribuzione studentesca degli studenti extra UE tali da garantire di fatto una parità di trattamento almeno per gli studenti  stranieri di Paesi terzi di seconda generazione in Italia.  Tali modifiche hanno introdotto un regime di parità di trattamento  perlomeno per gli studenti stranieri che siano domiciliati fiscalmente in Italia da almeno due anni ovvero  i cui membri della famiglia anagrafica  abbiano il domicilio fiscale in Italia da almeno due anni.

Il servizio antidiscriminazioni dell’ASGI è intervenuto di recente anche sull’esclusione dei cittadini stranieri di Paesi terzi, ma in taluni casi  anche comunitari, dall’erogazione di borse di studio universitarie per perfezionamento degli studi all’estero, ritenendo la normativa ancora in vigore ovvero le prassi attuate dalle università italiane non compatibili con il diritto antidiscriminatorio italiano e le norme europee in materia di libera circolazione e parità di trattamento (in proposito si veda al link: http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2202&l=it )

Di seguito il testo della norma introdotta con il decreto sulla “spending-review”.

DECRETO-LEGGE 6 luglio 2012, n. 95

Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini. (12G0117) (GU n. 156 del 6-7-2012  - Suppl. Ordinario n.141)

Titolo II art. 7

 42. All'articolo  5,  comma  1,  del  decreto  del  Presidente  della Repubblica 25  luglio  1997,  n.  306,  sono  apportate  le  seguenti modificazioni:

  a) dopo le parole "contribuzione  studentesca"  sono  inserite  le seguenti "degli studenti italiani  e  comunitari  iscritti  entro  la durata normale dei rispettivi corsi di  studio  di  primo  e  secondo livello";   

   b) le parole "del finanziamento ordinario annuale dello  Stato,  a valere sul fondo di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a), e  comma 3, della legge 24  dicembre  1993,  n.  537"  sono  sostituite  dalle seguenti "dei trasferimenti statali correnti attribuiti dal Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. E'  fatto  obbligo agli atenei che superano tale limite di destinare le maggiori entrate al finanziamento di borse di studio a favore degli studenti.".


Di seguito il testo dell’appello promosso contro la norma contenuta nel decreto sulla “spending-review”.

Alla cortese attenzione del ministro Andrea Riccardi, del ministro Francesco Profumo e del presidente del Consiglio Mario Monti

Nella manovra correttiva che il governo ha varato con il decreto della scorsa settimana, è presente una norma che deve assolutamente essere stralciata. Con questa norma odiosa non solo si da la possibilità alle università italiane di aumentare ulteriormente la contribuzione studentesca in rapporto al finanziamento delle università, ma si attua una discriminazione al limite del razzismo. Ad oggi le tasse universitarie per gli studenti italiani sono già tra le più alte d’Europa, da domani con queste modifiche contenute nel testo della spending review gli atenei potranno alzare le tasse universitarie agli studenti fuori corso e agli studenti non comunitari senza nessun limite, Infatti la norma prevede che il limite del 20% del rapporto tra tasse studentesche prelevabili dagli studenti in rapporto al finanziamento dello stato non valga per gli studenti extracomunitari, tra cui i tanti G2 che non hanno accesso alla cittadinanza italiana a causa di una norma arretrata che questo governo si era impegnato a modificare. Inoltre escludendo gli studenti extracomunitari e i fuoricorso dal calcolo del 20% gli atenei potranno alzare notevolmente le tasse anche agli studenti in corso. La crisi di finanziamento dell’università italiane non può essere risolta attraverso l’aumento delle tasse a carico degli studenti italiani e delle seconde generazioni. É per questo che chiediamo non semplicemente la modifica di questa norma ma la sua cancellazione, se l’università è pubblica, pubblico deve essere il suo finanziamento. Senza inutili discriminazioni, che ci ricordano fasi della storia che pensavamo dimenticate.

I firmatari:

Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani – Partito Democratico

Francesca Esposito, Senato Accademico Napoli Federico II

Alberto Giusti, CDA Firenze

Aya Homsi, Studentessa scienze della Formazione di Bologna

Fred Kuwornu, regista ed autore di “18 Ius Soli”

Luca Lombardo, EDISU Palermo

Enrico Lippo, CNSU

Elisa Ljiljanic, comitato consultivo ANVUR

Ferenc Macrì, CDA Unical Cosenza

Gianluca Melillo, portavoce campagna “Italiano Nato”

Dario Nascone, Università Statale Milano

Federico Nastasi, coordinatore RUN- Rete Universitaria Nazionale

Elvira Ricotta Adamo, UDU

Michele Orezzi, coordinatore nazionale UDU

Samia Oursana, associazione Italiadue

Marouan Oussaifi, presidente nazionale Anolf Seconde Generazioni

Youssef Salmi, assessore alle politiche giovanili del Comune di Novellara

Ilaria Villa, Senato Accademico Università Statale Milano

 

 Fonte: http://www.cronachediordinariorazzismo.org/2012/07/la-spending-review-discrimina-gli-studenti-stranieri/