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21.05.2012
 
Protezione sussidiaria alla cittadina nigeriana in fuga dalla regione del Delta del Niger
 
La Corte d'appello di Roma, con la sentenza depositata il 6 marzo 2012 riconferma il suo orientamento,  riconoscendo la protezione sussidiaria a una cittadina nigeriana, anche a causa della condizione di violenza indiscriminata nella regione del Delta del Niger, regione della Nigeria.
La cittadina nigeriana era fuggita dal proprio paese di origine dopo che, divenuta vedova, il figliastro del defunto coniuge la voleva costringere a sottoporsi a riti pagani in onore del defunto marito, obbligandola poi a sposarlo . Al suo rifiuto, le ha tolto i quattro figli, minacciandola pure di morte.
In Italia, dopo il diniego da parte della Commissione Territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato e il rigetto del ricorso presentato al Tribunale di Roma, la richiedente ha proposto reclamo contro il provvedimento.
La Corte d'appello ha, in primo luogo, sottolineato che, nel merito, sebbene l'onere della prova della sussistenza dei presupposti per il riconoscimento dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria incomba sull'istante, l'onere della prova in capo al richiedente deve ricevere un'attenuazione in funzione dell'intensità della persecuzione .E' dunque sufficiente provare anche in via indiziaria la credibilità dei fatti da esso segnalati .(Cassazione S.U. 18353/2006)
La Corte ricorda che il richiedente deve dimostrare quantomeno il fondato timore di essere perseguitato o di essere esposto al rischio di grave danno alla propria persona( Cassazione S.U. 4674/97)  oltre che esporre la propria vicenda senza contraddizioni, risultando essa conforme con la situazione generale del paese di origine, effettuando tutti gli sforzi possibili per circostanziare la domanda effettuata(Cassazione S.U. 27310/08)
Secondo la Corte d'appello la richiedente ha dato testimonianza delle circostanze che l'hanno indotta a fuggire coerente con la situazione  di arretratezza politico-sociale del suo paese: le pretese incongruenze che hanno portato ai dinieghi presso il Tribunale e la Commissione non hanno, secondo i giudici dell'appello, tenuto conto delle difficoltà di narrazione dei fatti cui è comunque esposto chi, anche con l'ausilio dell'interprete, è culturalmente molto distante dal contesto politico e sociale europeo.
La Corte, nel ricordare,  infine, i rapporti delle organizzazioni non governative e i contenuti di siti istituzionali che  confermano le difficili condizioni di vita a cui sono sottoposti i civili, in particolare le donne, nella regione nigeriana del Delta del Niger, ha accolto, dunque, la richiesta di protezione sussidiaria .

Si ringrazia l'avv. Salvatore Fachile per la segnalazione.