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10.05.2012
 
Diritto di cittadinanza, un appello per una direttiva europea sul diritto di voto a chi nasce nell'UE
 
“Il diritto alla cittadinanza è regolato autonomamente da un gruppo di europarlamentari che vede, fra gli altri, i nomi di Rita Levi Montalcini, Romano Prodi, Stefano Rodotà, Andrea Camilleri, Nicola Piovani, Carlo Verdone, Claudio Baglioni, Piero Fassino - e che intende portare la questione del riconoscimento della cittadinanza alle seconde generazioni di immigrati a livello europeo con lo scopo di armonizzare le varie legislazioni interne agli stati Ue e, al contempo, di sostenere le proposte di legge già avanzate a livello nazionale.

In Italia, dove il numero dei “non cittadini” nati nel nostro Paese sfiora oramai il milione e dove numerose sono state le prese di posizione, a cominciare da quella del Presidente Napolitano, a favore del riconoscimento dello status di cittadino a chi nasce sul suolo nazionale, è stata recentemente presentata un’iniziativa di legge popolare che chiede di riformare la normativa attualmente in vigore (legge 91/92) estendendo l’applicazione dello ius soli.
“Riconoscere la cittadinanza a ragazzi che sono nati e cresciuti in un paese diverso da quello di origine dei loro genitori - spiegano Sassòli e Del Rio - ma che di questo paese parlano la lingua, che in questo paese studiano, consumano e si relazionano non è semplicemente un atto di buon senso ma una battaglia di civiltà imprescindibile per un paese che voglia definirsi democratico e in grado di affrontare le sfide del futuro. Per questo – annunciano – abbiamo bisogno del sostegno del maggior numero di persone possibile e chiediamo a chi crede che la cittadinanza sia un diritto di questi giovani a venire a manifestare con noi il 31 maggio alle ore 17 in Piazza San Silvestro a Roma. Sarà un happening festoso con musica e interventi dal palco al quale sono stati invitati a partecipare tutte le comunità straniere residenti in Italia, il mondo dell'associazionismo laico e cattolico, i rappresentanti sindacali e politici senza simboli né bandiere. Ci auguriamo – concludono - di poter contare su una piazza gremita e partecipe: ignorare il problema significa condannare tutte queste persone - il cui numero è destinato inevitabilmente ad aumentare - alla condizione di eterni stranieri".

Fonte : Migrare.eu