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15.11.2011
 
Contrasto alla diffusione della propaganda xenofoba via internet
 

Si tratta di un primo passo verso la ratifica del documento elaborato dal Consiglio d'Europa ed entrato in vigore il primo marzo del 2006. Il protocollo e' stato già ratificato da 20 Stati membri del Consiglio d'Europa, tra cui Francia e Germania e firmato da altri 14, tra cui due Paesi non membri dell'organizzazione paneuropea, Canada e Sud Africa.

 Tra i Paesi che non lo hanno ancora firmato ci sono Regno Unito, Spagna, Turchia e Russia. Questo protocollo, una aggiunta alla convenzione denominata 'Cybercrime', mira a rendere più efficace la lotta contro il razzismo. Con la firma del protocollo, l’Italia si impegna ad adeguare la propria legislazione penale al fine di perseguire i reati di hate speech ovvero la  diffusione tramite internet di idee razziste e xenofobe e il ‘negazionismo’ di atti di genocidio sanzionati dal Tribunale di  Norimberga e dagli altri Tribunali internazionali e attraverso la possibilità per gli Stati di cooperare nel perseguire chi commette tali reati.

Si ricorda che il Parlamento italiano avrebbe già dovuto adeguare la propria legislazione penale in materia di contrasto alla diffusione di forme ed espressioni di razzismo e xenofobia, per conformarsi alle disposizioni comunitarie della decisione Quadro  n. 2008/913/GAI del Consiglio europeo del 28 novembre 2008 (G.U. U.E. L 328/55 dd. 6.12.2008). Nonostante il termine  previsto dalla decisione quadro, il 28 novembre 2010, sia già abbondantemente scaduto, l’Italia non ha assolto agli obblighi derivanti da tale strumento di diritto comunitario. Il Consiglio europeo esaminerà entro il 28 novembre 2013 in quale misura gli  Stati membri si siano conformati alla decisione quadro.

Il testo del Protocollo addizionale alla Convenzione del  Consiglio d’Europea sul ‘Cybercrime’, nonché le altre informazioni al riguardo sono disponibili al link:

http://www.conventions.coe.int/Treaty/Commun/QueVoulezVous.asp?NT=189&CM=8&DF=1/19/2007&CL=ITA