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13.10.2011
 
Comune di Osimo: Bando pubblico per interventi di sostegno alle locazioni in favore di fasce deboli della popolazione, ma solo se di cittadinanza italiana e lungo residenti nel Comune
 

 Il 10 ottobre scorso, il Comune di Osimo ha indetto un bando pubblico denominato “Interventi di sostegno alle locazioni in favore di fasce deboli della popolazione” (prot. N. 30383 dd. 10/10/2011), con il quale  ha previsto  n. 5 interventi di sostegno all’accesso al mercato delle locazioni in favore di fasce deboli della popolazione a basso reddito, consistenti nella concessione di contributi per i primi due anni di locazione a copertura del 50% del costo del canone di affitto e comunque fino ad un massimo di € 300 al mese per 12 mensilità a beneficio  in particolare di assegnatari di contratti di affitto appartenenti a specifiche categorie di persone quali i soggetti singoli con minori a carico, i nuclei familiari con disabili, nuclei familiari con indicatori di reddito particolarmente bassi, anziani e giovani coppie.

Il suddetto bando, prevede, tra i requisiti per l’accesso al beneficio da parte dei soggetti assegnatari quello della cittadinanza italiana, nonché della residenza nel Comune di Osimo da almeno 5 anni alla data di pubblicazione del bando.

Con una lettera inviata al Sindaco del Comune di Osimo, e per conoscenza all’UNAR e alla Commissione europea, il servizio anti-discriminazioni dell’ASGI evidenzia i profili discriminatori della clausola di cittadinanza italiana e di lungo residenza contenuti nel bando, in contrasto con i principi costituzionali di eguaglianza e ragionevolezza, con quanto previsto dalla legislazione nazionale in materia di immigrazione e con i principi fondamentali della cittadinanza europea e della libera circolazione dei cittadini dell’Unione nonché con il principio di parità di trattamento in materia di accesso alle prestazioni di assistenza sociale e  all’abitazione previsto dal diritto europeo a favore di determinate categorie di cittadini di Paesi terzi quali i lungo soggiornanti (direttiva n. 109/2003) e i rifugiati e titolari della protezione sussidiaria (direttiva n. 2004/83).