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14.07.2011
 
Ocse - presentato l' International Migration Outlook 2011"
 
Il rapporto “2011 International Migration Outlook”, uno studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico presentato il 12 luglio 2011 a Bruxelles dal segretario generale dell’Ocse Angel Gurría assieme ai commissari europei agli Affari sociali e agli Interni Laszlo Andor e Cecilia Malmström, fa il punto dei processi migratori all’interno dei Paesi Ocse dopo il rallentamento seguito alla crisi economica.Nei paesi Ocse durante il 2009, anno centrale della crisi economica, l’immigrazione si è complessivamente ridotta del 7% rispetto al 2008. Dopo dieci anni di crescita continua quindi, in un solo anno le persone che hanno fatto ingresso in uno dei paesi Ocse sono passate dalle 4,5 milioni del 2008 alle 4,3 milioni dell’anno successivo. Sono calati vistosamente anche i flussi migratori intereuropei, scesi del 22 per cento nel 2009 rispetto al 2008.

La frenata improvvisa del numero di ingressi è sicuramente dovuta al declino della domanda di lavoro conseguente alla crisi globale. Sono venute a mancare le opportunità d’impiego soprattutto per i giovani immigrati occupati in settori come quello delle costruzioni, dei servizi finanziari e della distribuzione, fino a dune anni fa settori di traino del fenomeno. Paesi europei con un’alta propensione all’invecchiamento della popolazione, come l’Italia, la Svizzera, l’Irlanda, la Repubblica Ceca e la Spagna sono quelli che soffrono maggiormente degli effetti generati da questa flessione.

Dallo studio sembra che la congiuntura debba estendersi anche al 2010 e il 2011. Più difficile invece che il processo, faccia parte di un trend generale. L’offerta di lavoro per gli immigrati infatti crescerà di nuovo. La globalizzazione e l’invecchiamento delle popolazioni sembrerebbero confermare questa previsione. Al contrario, è cresciuta l’occupazione nei campi dell’istruzione, della salute e dei servizi domestici, soprattutto con l’incremento della presenza femminile. Da segnalare è poi la crescita degli immigrati che si fanno imprenditori. Secondo il rapporto infatti, gli stranieri avviano una nuova attività più frequentemente dei nativi e spesso impiegano un gran numero di persone.

Il documento, oltre a presentare una serie di dati che mettono in relazione i trend economici globali con i flussi migratori, chiede ai governi dei paesi ricchi di adottare alcune raccomandazioni per “gestire” i flussi: lavorare per le pari opportunità, favorire l’integrazione, promuovere l’immigrazione per lavoro per contrastare quella irregolare e procedure semplificate per le “naturalizzazioni”, sviluppare maggiormente canali legali per accogliere gli immigrati nel mercato del lavoro, incoraggiare un utilizzo migliore delle loro specializzazioni e la loro iniziativa di impresa.

Per maggiori informazioni e per scaricare il report con le statistiche dettagliate, si consiglia di visitare la pagina del sito OECD dedicata al ”2011 International Migration Outlook”.

Fonte : Fondazione Leone Moressa