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12.07.2011
 
Discriminazioni: Poste Italiane mette all'asta i suoi alloggi, ma nega la partecipazione ai bandi ai cittadini stranieri
 
Poste Italiane vende le sue case ma sono vietate agli immigrati

Nel bando d'asta contemplata  l'esplicito requisito della cittadinanza italiana. Denuncia della CGIL di Brescia ed esposto di ASGI e Fondazione Piccini  contro il bando "discriminatorio". Il sindacato mette in evidenza come le Poste Italiane abbiano finora ottenuto dagli immigrati  extracomunitari  oltre 50 milioni di euro per i rinnovi dei permessi di soggiorno.

Con un   disciplinare di gara, reperibile alla pagina web del proprio sito:
http://www.posteitaliane.it/azienda/alloggi_index.shtm),
Poste Italiane s.p.a. ha messo in vendita all'asta  22 alloggi in una decina di comuni (Brescia, Bologna, Catanzaro, Novara, Milano, Ferrara, Padova, Vercelli, Verona). Al punto 3 del regolamento che determina l'aggiudicazione è stabilito che coloro che intendono concorrere all'acquisto di un alloggio devono produrre il certificato di cittadinanza (italiana). In particolare,  si fa riferimento - per altro in modo incorrette e infondata - "alle norme vigenti per non incorrere nella decadenza dal diritto all'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica...". In sostanza, sembra di capire, Poste italiane ritiene che "...i soggetti che hanno diritto all'acquisto" degli alloggi messi all'asta  debbano essere necessariamente cittadini italiani in quanto solo questi ultimi avrebbero diritto all'accesso ai bandi di edilizia residenziale pubblica, il chè è completamente errato in quanto i cittadini di Stati membri dell'Unione europea e i loro familiari sono equiparati ai cittadini nazionali in materia di accesso all'alloggio per gli effetti delle norme dei trattati europei sulla cittadinanza europea, sulla parità di trattamento e sulla libera circolazione, mentre i cittadini di Stati terzi, se regolarmente soggiornanti ed in possesso di un permesso di soggiorno almeno biennale ovvero della carta di soggiorno e se esercitanti attività lavorativa, godono ugualmente del principio di parità di trattamento con i cittadini nazionali in materia di accesso all'edilizia residenziale pubblica.  L'articolo 9 del decreto legislativo 286/98, inoltre,   per quanto riguarda i cittadini di paesi non appartenenti all'Ue, ma titolari del pds per lungo soggiornanti,  prevede infatti che il «cittadino straniero titolare del permesso di soggiorno ha diritto - tra le altre cose - a usufruire di beni e servizi a disposizione del pubblico... compreso l'accesso alla procedura per l'ottenimento di alloggi di edilizia residenziale pubblica... ".
Inoltre, il riferimento alle norme sull'edilizia residenziale pubblica appare improprio, essendo le Poste italiane una società per azioni, quindi un soggetto economico privatizzato, e che pertanto, dovrebbe semplicemente riconoscere che, in base all'art 2 c. 2 del d.lgs. n. 286/98, i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia godono dei diritti in materia civile, inclusa dunque  la  capacità contrattuale nel settore immobiliare, in condizioni di parità di trattamento con i cittadini italiani, senza dunque alcuna possibilità di distinguere a seconda del titolo di permesso di soggiorno posseduto e del diverso radicamento del loro soggiorno in Italia.
ASGI e Fondazione Piccini di  brescia hanno dunque presentato una doppia denuncia parlando di «atto discriminatorio»: una a Poste italiane per chiedere di rivedere il disciplinare e modificarlo. L'altra all'ufficio nazionale anti-discriminazioni presso la Presidenza del consiglio dei ministri-dipartimento per le Pari opportunità.

Di seguito il testo della lettera inviata da ASGI e Fondazione Piccini ONLUS.

Brescia,  - prot.    /2011/OD

Oggetto: vendita alloggi patrimoniali


            Alle scriventi organizzazioni iscritte all' ELENCO delle ASSOCIAZIONI e degli ENTI che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni di cui all'art. 5 del Dlgs 215/2003, tenuto presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stato segnalato che alla pagina web del sito di Poste Italiane dove vengono fornite "informazioni e modalità sugli alloggi patrimoniali messi in vendita da Poste Italiane" ( http://www.poste.it/azienda/alloggi_index.shtm ), sono messi in vendita alloggi in alcuni comuni, tra cui quello di Brescia.           

Abbiamo potuto rilevare che il disciplinare di gara adottato da POSTE ITALIANE ( reperibile nella suddetta pagina web) che regola l'aggiudicazione degli alloggi in vendita prevede che "... i soggetti che hanno diritto all'acquisto ... sono: a) Persone fisiche in possesso dei requisiti previsti dalle norme vigenti per non incorrere nella decadenza dal diritto all'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, ed in particolare: cittadinanza italiana ...".

Riteniamo che il disciplinare citato contrasti con il fatto che la mancato possesso della cittadinanza italiana non determina la decadenza dal diritto all'assegnazione degli aloggi di edilizia residenziale pubblica e in ogni con quanto di seguito riportato:

per quanto concerne i cittadini comunitari:

  • L'art. 19 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea vieta ogni forma di discriminazione in base alla nazionalità e la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea ha più volte sancito "... la perfetta parità di trattamento negli Stati membri tra i soggetti che si trovano in una posizione disciplinata dal diritto comunitario e i cittadini dello Stato membro ..."; la stessa Corte fin dal 1974 ha mostrato di non considerare rilevante la distinzione tra rapporti di diritto pubblico e rapporti di diritto privato nella garanzia del principio di non discriminazione in base alla nazionalità, statuito allora dall'art. 12 del  Trattato CE  (ora art. 18 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea);
  • la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea all'art. 21 prevede il diritto alla non-discriminazione e ribadisce, al comma 2, "il divieto di qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza nell'ambito di applicazione del trattato sull'Unione Europea e di quello sul funzionamento dell'Unione europea";
  • L'art. 24 della Direttiva CE n° 2004/38 ( recepita dall'Italia con i Dlgs 30/07 e 32/08) prevede che ogni cittadino dell'Unione che risiede nel territorio dello Stato membro ospitante gode di pari trattamento rispetto ai cittadini di tale Stato; tale parità  è estesa anche ai familiari stranieri ( di cittadinanza di uno Stato non appartenente all'Ue ) di cittadini comunitari regolarmente residenti in Italia;
  • L'art. 9 del Regolamento CEE n° 1612/68 relativo alla libera circolazione dei lavoratori all'interno della Comunità, prevede la parità di trattamento tra lavoratore comunitario migrante e lavoratori nazionali anche in materia di diritti e vantaggi relativi al diritto di abitazione, in quanto funzionali all'esercizio del diritto alla libera circolazione;

per quanto concerne i cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione Europea :

p. la Sezione Regionale Lombardia   dell'ASGI                              

il coordinatore
Avv. LIVIO NERI                                      
p. La Fondazione Guido Piccini per i diritti dell'Uomo ONLUS
Il Presidente
Dott. Giovanni Valenti



Sull'argomento, leggi l'articolo: "Poste Italiane vende le sue case ma sono vietate agli immigrati" - pubblicato su "Repubblica.it" al link:
http://www.repubblica.it/economia/2011/07/08/news/poste_italiane_vende_le_sue_case_ma_sono_vietate_agli_immigrati-18805654/?ref=HREC1-10