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11.02.2011
 
Welfare discriminatorio nel F.V.G.: La Commissione europea chiederà informazioni alle autorità italiane
 

Con una lettera datata 24 gennaio 2011, la Commissione europea - Direzione Giustizia -Unità Diritti fondamentali e cittadinanza dell'Unione europea, ha risposto alla denuncia presentata congiuntamente il 23 dicembre scorso dall'ASGI sez. Friuli-Venezia Giulia e dalla dott.ssa Magda Pruna, in  rappresentanza dei cittadini romeni residenti nel Friuli-Venezia Giulia, sulle violazioni del diritto dell'Unione europea in materia di libertà di circolazione e divieto di discriminazioni attuate dalla Regione Friuli-Venezia Giulia attraverso una serie di normative discriminatorie riguardanti l'accesso ad istituti di welfare.

La Commissione europea ha preso atto della denuncia  e ha informato che contatterà le autorità italiane per chiedere informazioni in merito o cercare soluzioni, secondo la procedura prevista dal progetto pilota "EU Pilot", che prevede lo scambio di informazioni e di soluzione dei problemi tra la Commissione e gli Stati membri relativamente a possibili violazioni da parte di questi ultimi del diritto dell'Unione europea in materia di libera circolazione dei cittadini comunitari. Secondo la procedura prevista, le autorità italiane avranno tempo dieci settimane che far pervenire alla Commissione europea le proprie risposte ai quesiti posti dalla Commissione.

Qualora la Commissione non riterrà soddisfacenti i chiarimenti forniti dalle autorità italiane, potrà iniziare una procedura preliminare di infrazione del diritto dell'Unione europea a carico della Repubblica Italiana per violazione degli obblighi derivanti dall'adesione ai trattati europei.


Il 23 dicembre scorso, l'ASGI sez. reg. FVG e la rappresentanza dei cittadini romeni nel FVG hanno inviato un dossier alla Commissione europea elencando in maniera dettagliata tutte le norme regionali approvate nel corso dell'attuale legislatura che contengono clausole discriminatorie dirette o indirette a danno dei cittadini dell'Unione europea e di Paesi terzi pure protetti dal diritto dell'Unione europea e sottolineando in particolare come l'introduzione sistematica di requisiti di anzianità di residenza ai fini dell'accesso ad istituti di welfare destinati al sostegno all'integrazione sociale e ai carichi famigliari determina una discriminazione indiretta non giustificata a danno dei cittadini migranti, in palese violazione dei principi di libertà di circolazione e di non discriminazione che costituiscono diritti e principi fondamentali dell'Unione europea ai sensi del Trattato di Lisbona entrato in vigore nel dicembre 2009.


a cura del servizio di supporto giuridico contro le discriminazioni etnico-razziali e religiose. Progetto ASGI con il sostegno finanziario della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS.