Il Servizio ASGI di Supporto Giuridico contro le discriminazioni etnico-razziali e religiose ha inviato tre distinte segnalazioni rispettivamente all'UNAR (Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni Razziali), al Garante per la protezione dei dati personali e alla Commissione europea, relativamente ad alcuni aspetti del Piano Territoriale Provinciale per l'Immigrazione Anno 2010-2011, redatto dalla Provincia di Pordenone - Assessorato all'Immigrazione e Identità Culturale e approvato dalla Giunta provinciale di Pordenone /Regione FVG (delibera 2010/6 dd.04.03.2010) che presentano, ad avviso del servizio, profili di contrasto con il diritto anti-discriminatorio italiano ed europeo e con alcuni dei principi generali di protezione dei dati personali.
Il piano territoriale immigrazione della Provincia di Pordenone prevede, tra l'altro, la costituzione in seno agli ambiti distrettuali, di appositi sportelli formati da psicologi in quanto addetti alla progettazione e "facilitatori di integrazione".
Tali sportelli, costituiti presso le anagrafi dei Comuni di riferimento, hanno lo scopo di formulare progetti "personalizzati" di "emancipazione legale e responsabile" degli immigrati, a seguito di un colloquio-intervista volta a definire il "profilo psico-sociale" della persona mediante la compilazione di una scheda dati ; profilo, che viene sovrapposto alle risorse ed esigenze del Sistema sociale territoriale, con la successiva definizione di un progetto di "emancipazione" personalizzato da realizzarsi entro i successivi sei mesi.
L'ASGI sez. FVG esprime seria preoccupazione riguardo alle modalità con le quali gli stranieri immigrati sono stati contattati per essere coinvolti nel progetto. La lettera di convocazione per il primo colloquio volto a "definire il profilo della persona" , firmata dal Vice Presidente e Assessore competente, sig. Eligio Grizzo (Lega Nord) ed inviata a tutti gli stranieri residenti nei Comuni coinvolti sulla base dei dati forniti dalle anagrafi, è stata formulata utilizzando un linguaggio intimidatorio ed ostile, facendo intendere allo straniero una supposta obbligatorietà nel coinvolgimento nel progetto ("deve presentarsi"), specificandosi che in caso di mancata presentazione all'appuntamento, si sarebbe proceduto ad una segnalazione di merito alla Questura di Pordenone ("per ogni mancato appuntamento senza avviso, verrà fatta una segnalazione di merito alla Questura di Pordenone"). Il comportamento della Provincia di Pordenone appare dunque indiscutibilmente arbitrario ed illegittimo in quanto non è certo ammissibile che una persona venga obbligata, contro la sua volontà, a partecipare ad un intervento avente finalità in ambito sociale, oppure possa essere indotta, con un atteggiamento autoritario, intimidatorio e minaccioso, a parteciparvi.
Per tale ragione, nella segnalazione inviata all'UNAR, l'ASGI sez. FVG fa presente che nel comportamento della Provincia di Pordenone potrebbe riscontrarsi la fattispecie delle molestia razziale intesa secondo la definizione contenuta nella direttiva europea n. 2000/43 quale "ogni comportamento indesiderato, posto in essere per motivi di razza o di origine etnica, avente lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo" (art. 2).
Tenuto presente quanto avvenuto, l'ASGI esprime serie preoccupazioni che la Provincia di Pordenone e l' associazione ad essa convenzionate, gestiscano un progetto che ha come espressa finalità anche la raccolta di dati personali e sensibili atti a definire un profilo psico-sociale delle persone immigrate, incluse informazioni riguardanti la loro salute, i rapporti intra-familiari, i rapporti con il medico di famiglia e con le strutture sanitarie. Di conseguenza, l'ASGI ha chiesto al Garante per la protezione dei dati personali di verificare se nella gestione ed implementazione effettiva del Piano territoriale provinciale per l'Immigrazione della Provincia di Pordenone per l'annualità 2009-2010 già trascorsa, siano stati effettivamente rispettati i principi generali di protezione dei dati personali previsti dall'apposita normativa.
La seconda segnalazione riguarda la parte del piano che prevede che le persone immigrate in temporanea difficoltà economica conseguente ad uno stato di disoccupazione o cassa integrazione vengano inserite in apposite liste, dalle quali potranno essere selezionate a cura di un apposito servizio gestito dalla Provincia per partecipare a dei lavori di manutenzione delle strade provinciali o comunali, ricevendo in cambio dei voucher per lavoro occasionale.
L'ASGI contesta il fatto che il progetto preveda squadre di lavoro "miste" composte da sei lavoratori (un italiano e cinque stranieri), ove però il caposquadra debba necessariamente essere di nazionalità italiana, mentre i subalterni saranno sempre di nazionalità straniera (vedi schemi a pag. 24 e pag. 29 e relazione di piano a pp. 25, 26 e 30).
Si ritiene che tale organizzazione del lavoro prefigurata dal progetto della Provincia di Pordenone sia indiscutibilmente illegittima in quanto in contrasto con una pluralità di norme di diritto internazionale, europeo, ed interno, sul divieto di discriminazioni etnico-razziali nell'ambito dei rapporti di impiego.
Secondo l'ASGI, il piano della Provincia di Pordenone veicola un'immagine stereotipata e pregiudizievole nei confronti degli immigrati stranieri residenti, i quali necessariamente e a priori, vengono ritenuti incapaci di assumere funzioni anche minimali di organizzazione tecnica del lavoro e di raccordo con altre figure professionali ed istituzionali del territorio e necessariamente vengono relegati a mere mansioni di manovalanza e a posizioni di subalternità agli "autoctoni". Sotto questo profilo, la proposta gerarchizzazione su base "etnica" dei rapporti di lavoro all'interno del progetto, con una posizione di coatta subalternità riservata degli immigrati stranieri, viene a ledere il principio della pari dignità sociale delle persone e appare dunque inconciliabile con il principio costituzionale di uguaglianza.
L'ASGI sez. FVG - servizio di supporto giuridico contro le discriminazioni, ha chiesto all'UNAR di svolgere un'inchiesta sulla compatibilità del piano territoriale immigrazione della Provincia di Pordenone con il diritto anti-discriminatorio, esprimendo eventualmente un proprio parere e proprie raccomandazioni al riguardo e sollecitando eventualmente il Ministero del Lavoro e la Regione FVG affinchè i fondi del fondo immigrazione a disposizione della Regione FVG non vengano stanziati o utilizzati per promuovere progetti incompatibili con i principi costituzionali di uguaglianza e di rispetto della pari dignità sociale di ogni persona , anche con riferimento alla normativa sulla protezione dei dati personali e sensibili.
A cura del Servizio ASGI di Supporto giuridico contro le discriminazioni etnico-razziali e religiose, progetto ASGI con il sostegno della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne - ONLUS.