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09.08.2010
 
L’uso dell’espressione “sporco negro” nel corso di una rapina configura la circostanza aggravante della finalità di discriminazione e odio razziale
 

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso avverso una sentenza di condanna per il reato di tentata rapina aggravata dall'aver commesso il fatto per finalità di discriminazione o odio razziale. Secondo la Suprema Corte, "la finalità di discriminazione o di odio razziale è stata correttamente individuata nell'espressione usata ("sporco negro"), in quanto pronunciata in un contesto (...) nel quale la pretesa del denaro era collegata alla suddetta ragione discriminatoria"  . La Suprema Corte ribadisce inoltre la sua linea interpretativa secondo cui sussiste l'aggravante della finalità di discriminazione o di odio razziale quando essa si rapporta al pregiudizio manifesto di inferiorità razziale, mentre non ha rilievo  se la condotta incriminata sia destinata o, quanto meno, potenzialmente idonea a rendere percepibile all'esterno e a suscitare il riprovevole sentimento o, comunque, il pericolo di comportamenti o di atti emulatori, perché in caso contrario l'aggravante in questione verrebbe ad essere esclusa ogni qualvolta l'azione lesiva si svolga in assenza di terze persone, e se  così fosse verrebbe snaturata la ratio della repressione penale della discriminazione razziale ovvero la tutela della dignità della persona umana in quanto tale (in tal senso anche Cass. Sez. V, 29.10-28.12.2009, n. 49694).