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05.07.2010
 
Commissione europea: Le disposizioni della Provincia di Bolzano/Bozen sulla “patente linguistica” e sulla priorità ai “lungo residenti” ai fini dell’accesso al pubblico impiego sono contrarie al diritto dell’Unione europea
 

La Commissione europea ha inviato al Governo italiano un'opinione motivata, chiedendo alle autorità italiane  di rivedere le norme sul pubblico impiego nella Provincia autonoma di Bolzano che prevedono un certificato di conoscenza linguistica (o "patentino linguistico") e una priorità a favore delle persone residenti nella provincia da almeno due anni per l'accesso agli impieghi pubblici.

Secondo la Commissione entrambe queste condizioni fondano una discriminazione indiretta a danno dei cittadini di altri Stati membri dell'Unione europea nell'accesso all'impiego pubblico nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen in quanto  obiettivamente  possono essere proporzionalmente   soddisfatte  in misura maggiore da cittadini nazionali piuttosto che da cittadini di altri Paesi membri  e dunque vengono in contrasto con i principi di libertà di circolazione dei lavoratori comunitari e di non discriminazione.

La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha già affrontato l'argomento del "patentino linguistico" nella Provincia autonoma di Bolzano con la sentenza Angonese (causa C-281/98, sentenza 6.6.2000), concludendo che la richiesta di verifica della conoscenza adeguata della lingua tedesca, effettuata unicamente attraverso un certificato emesso dalla Provincia autonoma di Bolzano, senza che vengano consentite alternative  modalità e mezzi di prova, appare sproporzionata rispetto allo scopo perseguito e determina di conseguenza un'illegittima discriminazione indiretta su basi di nazionalità a danno dei cittadini di altri Paesi membri dell'Ue.

Ugualmente, secondo la Commissione europea appare discriminatorio il criterio di  priorità nell'assunzione al pubblico impiego a favore delle persone residenti da almeno due anni nel territorio della Provincia autonoma di Bolzano, in quanto pone i cittadini di altri Paesi membri dell'UE in condizioni di svantaggio rispetto ai residenti nella Provincia, che per la maggior parte sono cittadini italiani.


Il Governo italiano ha ora  dunque due mesi di tempo per indicare alla Commissione europea le misure con le quali intende far cessare la discriminazione. In assenza di risposta soddisfacente da parte del Governo italiano, la Commissione potrà decidere di avviare la procedura di infrazione del diritto dell'Unione europea dinanzi alla Corte di Giustizia europea.


Comunicato stampa della Commissione europea  dd. 24 giugno 2010 pubblicato sul sito della Commissione europea