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18.03.2009
 
Brescia - Bonus bebč a italiani e stranieri senza discriminazioni
 
Con l'ordinanza depositata il 12 marzo scorso, il tribunale di Brescia ha disposto il ripristino della delibera dello scorso 21 novembre con cui il Comune di Brescia aveva istituito il bonus bebè da mille euro per ogni bimbo nato nel 2008, ma ordinando l'allargamento del beneficio alle coppie di genitori stranieri. La decisione accoglie il ricorso presentato da quattro diversi genitori stranieri e dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione con il sostegno della CGIL contro la delibera comunale di revoca del "bonus bebè" del 30 gennaio successivo. Il giudice ha riconosciuto la necessità della cessazione immediatata del comportamento discriminatorio e ritorsivo posto in essere dal Comune di Brescia, vietato dalla norme di recepimento della direttiva europea anti-discriminazioni razziali (n. 2000/43/CE) e dalle norme anti-discriminazioni contenute nel T.U. immigrazione.

Il comportamento ritorsivo è stato ravvisato dal fatto che, dopo aver perso un primo ricorso contro il carattere discriminatorio della delibera istitutiva dell'assegno per le famiglie con almeno un genitore italiano, il Comune ha approvato una "contro delibera", eliminando l'incentivo economico per tutti, italiani e stranieri. Nel provvedimento, la giunta spiegava che non poteva dare attuazione alla "finalità prioritaria di sostegno alla natalità delle famiglie di cittadinanza italiana". Secondo il giudice "l'evidente strumentalità dell'operazione giustifica l'attribuzione del carattere ritorsivo alla condotta in quanto l'iniziativa si è limitata a paralizzare gli effetti della decisione giudiziale".

"Ciò che mi pare l'ordinanza respinga nella maniera più ferma è la tesi perseguita dall'amministrazione secondo la quale la parità di trattamento si tradurrebbe in un danno per tutti: non è vero che dando agli stranieri si danneggiano gli italiani, ma si afferma invece un principio di parità e di uguaglianza che è il presupposto per l'integrazione e per la civile convivenza". Così l'avvocato Alberto Guariso, il legale di Milano che ha sostenuto il ricorso per conto dell'ASGI e dei ricorrenti, ha commentato l'ordinanza del tribunale.

Il giudice ha ordinato inoltre al Comune di predisporre un programma di sostegno all'erogazione del beneficio attraverso "idonea pubblicità" sulla stampa locale di maggiore diffusione e presso le emittenti televisive locali in cui venga "espressamente annunziata la nuova istituzione del beneficio ai cittadini italiani e stranieri, la finalità ripristinatoria della parità di trattamento dell'iniziativa, l'indicazione dei termini di scadenza e delle modalità per la presentazione della richiesta". Per fare in modo che tutti gli aventi diritto abbiano tempo per presentare le domande per accedere al bonus bebè, il termine per la presentazione viene prorogato al 30 giugno.
Il giudice inoltre ha condannato il Comune di Brescia a provvedere alla pubblicazione dell'ordinanza sui due quotidiani locali, nonchè al pagamento delle spese processuali.