ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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14.04.2010

Tribunale di Brescia: Discriminatorie le restrizioni all'iscrizione anagrafica degli stranieri attuate dal comune di Montichiari

 
Nuova ordinanza del Tribunale di Brescia contro provvedimenti discriminatori degli enti locali del bresciano nei confronti di cittadini stranieri. Accolto il ricorso presentato dall'ASGI.
 
Tribunale di Brescia, ordinanza dd. 09.04.2010 (iscrizione anagrafica degli stranieri nel Comune di Montichiari) (5.34 MB)
 
"Montichiari discrimina gli immigrati" Condannato il comune

È arrivata prima del previsto la sentenza del tribunale di Brescia sulla gestione dell'iscrizione all'anagrafe dei cittadini stranieri attuata dal Comune di Montichiari. E si tratta di un pronunciamento che «bacchetta» senza attenuanti la Giunta guidata dal sindaco di «fede» leghista Elena Zanola. I giudici hanno accertato di fatto il «carattere discriminatorio» della famosa, anzi famigerata, circolare diramata per regolamentare la concessione della residenza agli immigrati regolari. L'ACCOGLIMENTO del ricorso presentato da uno straniero residente dal paese della Bassa, dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione e dalla Fondazione Piccini potrebbe fare giurisprudenza e costringere molti enti pubblici guidati dal Carroccio a rivedere le norme di accesso alle liste dell'anagrafe. Il sistema di Montichiari è infatti diventato un modello per altri Comuni. Ieri mattina il dispositivo della sentenza è stato reso pubblico, mentre la sentenza per intero sarà disponibile solo a partire da domani. IL CASO ERA SCOPPIATO ai primi di marzo, quando fondazione Piccini e Asgi avevano puntato il dito contro un'ordinanza comunale nella quale venivano elencati i documenti da esibire da parte dei cittadini stranieri per la richiesta di iscrizione all'anagrafe, tra i quali l'ultima busta paga, il Cud e una copia del contratto di lavoro. Poco più di un mese dopo il tribunale di Brescia, nella persona del giudice Cesare Massetti, ha dato ragione ai ricorrenti, ordinando al comune di non tenere conto di quell'ordinanza «ai fini delle richieste di iscrizione all'anagrafe della popolazione residente» poiché la medesima «contempla dei requisiti non previsti dalla legge». Il tutto richiamandosi alla «parità di trattamento tra straniero e cittadino italiano in materia di diritti civili». Ma non è finita, perché il tribunale ha ordinato al comune «di iscrivere alla suddetta anagrafe il ricorrente a partire dal 30 giugno 2009», vale a dire con effetto retroattivo di quasi un anno, condannando infine l'amministrazione al pagamento delle spese processuali per un ammontare complessivo di 4.500 euro. «In attesa di leggere il testo integrale della sentenza - commenta l'avvocato Alberto Guariso dell'Asgi -, non possiamo che esprimere la nostra piena soddisfazione. Le restrizioni imposte agli immigrati stranieri da parte del comune erano palesemente assurde. Come dice chiaramente la legge, il permesso di soggiorno è documento necessario e sufficiente per l'iscrizione all'anagrafe. Qualsiasi ulteriore imposizione, oltre a violare la dignità degli immigrati, è da ritenersi discriminatoria. Tra l'altro non si capisce come possa giovare alla sicurezza osteggiare la concessione della residenza ai cittadini stranieri. In questo modo si creano dei fantasmi che sfuggono a ogni tipo di controllo». Soddisfatto anche Damiano Galletti, segretario provinciale della Cigl. «È l'ennesima dimostrazione che le ordinanze dei comuni leghisti sono anticostituzionali e prive di fondamento giuridico».

Luca Canini


Fonte: Brescia oggi, quotidiano di Brescia
 
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