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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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10.11.2009

La condizione giuridica e sociale dei Rom negli Stati europei nei recenti rapporti dell'Agenzia europea per i diritti fondamentali

 
Presentato il 9 novembre il nuovo rapporto sulla situazione dei cittadini comunitari di etnia Rom che migrano e vivono in altri Stati membri. Altri rapporti dedicati all'esclusione sociale dei Rom nell'accesso all'abitazione
 
L'Agenzia europea per i diritti fondamentali da tempo sta svolgendo approfondite analisi circa la situazione giuridica e l'inserimento sociale ed abitativo delle persone di etnia Rom nei Paesi dell'Unione europea e tal fine pubblica periodici rapporti, con raccomandazioni agli Stati membri.  

Presentato il 9.11.2009 il nuovo rapporto sulla  situazione dei cittadini comunitari Rom che migrano e vivono in altri Stati membri (di cui è disponibile una sintesi in italiano). Si tratta di uno studio  sui rom, la loro migrazione all'interno dei confini dell'Unione Europea e i conseguenti diritti di cittadinanza. Lo studio è stato presentato a Vienna dall'Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra), dal Commissariato per i diritti umani del Consiglio d'Europa (Thomas Hammarberg), dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce (Odihr) e l'Alto Commissariato per le Minoranze Nazionali dell'Osce (Hcnm), nel corso di una conferenza svoltasi il 09.11.2009. I rom - per la loro particolare situazione di gruppo etnico discriminato nonostante siano tutti cittadini europei nel pieno dei loro diritti - vengono presi come oggetto di studio non solo per attestare la loro situazione quando si muovono da un paese all'altro dell'Ue, ma anche perché posso essere considerati come la cartina tornasole per testare le difficoltà che possono incontrare tutti i cittadini Ue quando si avvalgono del loro diritto alla libera circolazione e al soggiorno sul tutto il territorio comunitario (art. 18 del Trattato Ce e direttiva 2004/38/CE). Si stima che siano oltre 8 milioni i cittadini che si avvalgono di questa facoltà, ovvero l'1,6% della popolazione Ue.
Lo studio qualitativo è stato svolto nel 2009 in Francia, Finlandia, Italia, Spagna e Regno Unito. I risultati dello studio confermano che i rom che migrano lo fanno per sfuggire a una situazione di razzismo e povertà, per andare alla ricerca di condizioni migliori, ovvero un'occupazione. In particolare, a farlo sono giovani uomini e donne. "In Romania mi aspetto di mangiare un pasto al giorno, in Finlandia mi aspetto di mangiare tre pasti al giorno. Ecco la differenza", racconta un giovane rom intervistato per la ricerca. Le difficoltà a integrarsi sono spesso all'ordine del giorno, soprattutto nei paesi che hanno una tradizione di immigrazione e integrazione più recenti. Le principali difficoltà riguardano, almeno per l'Italia, quelle costituite dalla mancanza di documenti. 
"Nel caso dei Rom rumeni, se non hanno un documento, non possono pagare per ricevere l'acqua, non possono stipulare un contratto per la fornitura elettrica e non possono seguire i percorsi occupazionali. In tal modo, queste persone non esistono", spiega un funzionario della provincia di Napoli. Ma anche il razzismo endemico alimentato dai media gioca una parte importante. Ma lo studio cita anche esempi positivi, come le politiche per l'abitazione attuate dalla città di Pisa, che ha voluto abbattere il concetto di ‘campo nomadi'. Nelle conclusioni dello studio si raccomanda quindi agli Stati membri affinchè facciano di più affinché i diritti di cittadinanza e soggiorno non restino solo sulla carta. In particolare le autorità nazionali e locali degli Stati membri dovrebbero 1) eliminare gli ostacoli pratici alla registrazione della residenza, garantendo coerenza nei processi di registrazione e nei requisiti a livello locale, fornendo informazioni precise e chiare sui diritti e doveri dei cittadini Ue (anche nelle lingue rom e sinta); 2) garantire che tutti i bambini presenti nel loro territorio abbiano un accesso pieno e paritario alla scuola dell'obbligo, indipendentemente dalla condizione amministrativa; 3) garantire che i cittadini Ue registrati abbiano parità di accesso agli alloggi sociali comunali, mettendo a punto interventi per sostenere l'integrazione dei cittadini comunitari Rom nel mercato del lavoro locale.  
Il 20.10.2009 l'Agenzia aveva presentato la Relazione sull'esclusione sociale dei Rom nell'accesso all'abitazione. Anche in questo caso è possibile visionare la sintesi in italiano. Può essere, infine, interessante la lettura del documento concernente l'analisi di alcuni Stati scelti per le discriminazione nell'accesso all'abitazione.

Il rapporto del marzo 2009 sulla situazione abitativa dei Rom in Italia (curato da COSPE-RAXEN e a cura di Udo C. Enwereuzor e Laura Di Pasquale) dimostra che i Rom sono notevolmente svantaggiati nella ricerca di alloggi privati e sociali in tutta l'Unione europea. Ciò include la discriminazione nell'accesso all'alloggio, condizioni abitative scadenti, segregazione e gli sfratti coatti. La relazione dell'Agenzia mette in risalto le carenze e le buone pratiche esistenti nell'Unione Europea. L'Agenzia ritiene che gli Stati membri debbano prestare maggiore attenzione alla questione della segregazione residenziale e alle mediocri condizioni di alloggio. Gli Stati membri e le autorità locali dovrebbero applicare la legislazione vigente in materia di lotta contro la discriminazione e le politiche per l'integrazione dei Rom, intensificare gli sforzi per migliorare l'informazione dei Rom sui loro diritti e coinvolgerli nella programmazione ed attuazione delle politiche abitative. 

Nel 2008 l'Agenzia aveva prodotto, con la collaborazione di COSPE-RAXEN una Relazione sugli avvenimenti dei violenti attacchi contro la popolazione rom nel quartiere Ponticelli di Napoli, Italia, in cui si esaminavano anche le questioni del censimento dei campi Rom.
  
Nell'aprile 2006 l'Agenzia aveva preparato una Relazione sulla situazione generale dei Rom nella pubblica istruzione (di cui è disponibile una sintesi esecutiva in italiano).  

Nel 2003 l'EUMC del Consiglio d'Europa aveva presentato un rapporto intitolato Rompere le barriere: le donne rom e l'accesso alla sanità pubblica (disponibile anche in lingua francese).