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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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14.05.2009

Il Ministro dell'Interno Maroni afferma alla Camera dei deputati che la Libia protegge il diritto d'asilo

 
Il ministro Maroni durante il Question time alla Camera e' intervenuto sui respingimenti di migranti .
 
 
Nella seduta del 14 maggio 2009 della Camera dei deputati rispondendo ad una interrogazione a risposta immediata presentata da deputati dell'UDC circa le iniziative volte alla verifica del rispetto dei diritti umani nei centri di detenzione libici con riguardo agli immigrati respinti alle frontiere il Ministro dell'Interno Maroni ha affermato che la Libia protegge il diritto d'asilo in virtù della ratifica della Convenzione OUA relativa a specifici aspetti della problematica dei rifugiati in Africa, ricorda la collaborazione della LIbia con l'OIM e i finanziamenti dati dall'Unione europea e dal Ministero dell'Interno italiano ed infine preannununcia un incontro col delegato in Italia dell'ACNUR. Il deputato Pezzota si è dichiarato completamente insoddisfatto della risposta del Ministro, che si riporta integralmente:  
"Le preoccupazioni espresse dagli interroganti sul trattamento degli immigrati ricondotti in Libia potranno trovare soddisfazione nella possibilità che viene data alle organizzazioni umanitarie - cito per tutte l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (l'UNHCR/ACNUR) - di effettuare idonee verifiche in Libia, Paese che ha sottoscritto la carta di adesione alle Nazioni Unite fin dal 1955.Discuterò di queste proposte e di queste problematiche proprio domani con il rappresentante regionale dell'Alto commissariato per l'Italia e il Mediterraneo delle Nazioni Unite (Lawrence Jolles). Per quanto riguarda i rapporti con la Libia, essa non è parte della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status di rifugiato (questo è vero), ma ricordo che ha firmato e ratificato la Convenzione dell'Unione africana del 1969 relativa a specifici aspetti della problematica dei rifugiati in Africa. Questo trattato - che è complementare alla Convenzione di Ginevra - impegna Tripoli a garantire protezione non solo ai perseguitati, ma anche alle vittime di invasioni, guerre civili e altri eventi di ben più ampia portata rispetto a quelli previsti dalla Convenzione di Ginevra. A Tripoli, inoltre, opera un l'ufficio dell'Alto commissariato dell'ONU per i rifugiati che è autorizzato ad effettuare lo screening dei richiedenti asilo. L'obbligo di collaborazione con l'Alto commissariato discende anche dalla citata Convenzione dell'Unione africana del 1969. Inoltre, la Libia è membro dal 2004 dell'organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), la principale organizzazione intergovernativa in campo migratorio che è presente in Libia dal 2005 con uno specifico programma teso a migliorare le capacità ricettive del Paese secondo gli standard internazionali sull'accoglienza e a svolgere operazioni di rimpatri volontari e assistiti proprio dall'OIM a favore di immigrati clandestini sul suolo libico. Questo progetto è finanziato dall'Unione europea e dal Ministero dell'interno e si chiama AENEAS. Concludo, ricordando proprio le parole che oggi proprio l'ambasciatore libico Gaddur ha detto a Gaeta, quando gli abbiamo consegnato le prime tre motovedette che proprio oggi sono partite per fare il pattugliamento delle acque territoriali libiche, in attuazione dell'accordo preso dal Governo precedente con la Libia sulle domande di asilo. L'ambasciatore Gaddur ha fatto un'affermazione molto impegnativa, dicendo che le domande di asilo possono essere analizzate anche in Libia. Credo che questa sia la strada giusta: coinvolgere il Paese ospitante nella definizione delle domande di asilo, secondo i principi dei trattati internazionali. In questa prospettiva, l'Italia è pronta a dare tutta la sua collaborazione."
 
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