ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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06.03.2014

L'accesso alle prestazioni e ai servizi sociali non puo' basarsi sulla durata della residenza

 
 
ASGI e APN alla regione Lombardia: la Corte costituzionale e la Corte di Giustizia europea hanno gia' bocciato in passato analoghe proposte.

Le limitazioni nell’accesso alle prestazioni e ai servizi sociali basate sulla durata della residenza in regione saranno inevitabilmente bocciate perché contrarie al diritto italiano ed europeo, obbligando la regione Lombardia ad affrontare inutili costi legali e prolungate situazioni di incertezza .
Lo ribadiscono le associazioni ASGI (Associazione per gli Studi giuridici sull'Immigrazione) e APN (Avvocati Per Niente) di fronte alle numerose dichiarazioni che si sono susseguite negli ultimi giorni da parte di autorevoli esponenti dell’amministrazione regionale .

Le Associazioni, che soprattutto in Lombardia si sono battute in questi anni contro l’introduzione di limiti irragionevoli e discriminatori alla universalità delle prestazioni, invitano l’amministrazione a non procedere nel senso indicato e confermano il loro impegno per far valere , se necessario anche nei tribunali, il principio di uguaglianza e il divieto di qualsiasi discriminazione anche se operata indirettamente attraverso il requisito della residenza.

In proposito ricordano che analoghe proposte attuate in altre regioni sono incorse nella bocciatura da parte della Corte costituzionale. Così, ad esempio la Corte nel bocciare una previsione della provincia autonoma di Trento che prevedeva un requisito di residenza di soli tre anni per un assegno di cura ai disabili, ha affermato che non vi è alcuna “ragionevole correlazione” tra la prestazione e un requisito di residenza che potrebbe portare ad escludere proprio i soggetti più esposti alle condizioni di bisogno e di disagio (Corte Cost. 172/2013-Provincia autonoma di Trento; ma nello stesso senso anche Corte Cost. 4/2013 - Calabria, 2/2013-Provincia autonoma di Bolzano, 40/2013).
Nello stesso senso si è più volte pronunciata la Corte di Giustizia europea affermando che distinzioni in base alla durata della residenza sono in contrasto con il principio di libera circolazione e costituiscono pertanto una illegittima discriminazione in danno dei cittadini degli altri paesi europei.

Infine ASGI e APN sottolineano che la svolta della Regione Lombardia nel senso indicato appare anche irrazionale e in contrasto con un sistema sociale che, mentre da un lato richiede a tutti (e in particolare ai giovani ) la massima flessibilità e mobilità per adeguarsi alle esigenze del sistema economico, dall’altro lato pretende di limitare le prestazioni solo a coloro che a tale mobilità non si adeguano.