ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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07.02.2014

Contrastare lo sfruttamento lavorativo e la riduzione in schiavitł degli stranieri .

 
 
Con riferimento ai fatti denunciati in questi ultimi giorni dall’associazione “3 Febbraio”, in relazione alle condizioni lavorative dei cittadini bengalesi e non, dell’area Nord di Napoli, prevalentemente Sant Antimo, Grumo Nevano e Casandrino, l’ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione), oltre ad esprimere la propria solidarietà e condannare quanto sta accadendo, intende dare il proprio contributo affinché ai cittadini coinvolti vengano garantiti tutti i loro diritti di cittadini e lavoratori.
Il fenomeno dello sfruttamento, ormai sempre più estremo nel nostro territorio, conquista ora anche l’area dell’industria tessile, un altro campo che va ad aggiungersi alla lunga lista già esistente dei settori colpiti. L’aggravarsi della crisi economica, ancora una volta, si presta a costituire la scusante per rafforzare, se non addirittura rendere quasi legittima, l’esistenza di tale fenomeno. 
Lo sfruttamento lavorativo non può essere giustificato e non deve assolutamente essere generato e favorito dalle difficili condizioni economiche del Paese e anzi, vuole rinnovare l’invito al Governo al fine di prestare massimo interesse e attenzione a tutti i casi che vengono denunciati. 
Dalle testimonianze dei diretti interessati emerge chiaramente la gravità delle condizioni lavorative a cui sono costretti a sottostare i cittadini bengalesi in questione. Infatti, i turni massacranti di lavoro fino a raggiungere le 14 ore giornaliere; la paga di 3 euro all’ora; vivere in alloggi che spesse volte sono procurati dagli stessi proprietari delle fabbriche trattenendo così ulteriori soldi dal mensile per il pagamento del fitto; il sequestro dei passaporti in modo da non permettergli di spostarsi altrove; accettare di lavorare gratis per mesi dietro la promessa di essere pagati; affidandosi ai loro connazionali che spesso risultano essere i proprietari delle fabbriche; i ricatti subiti dal loro stato di necessità e di debolezza; l’assenza di osservazione delle norme di sicurezza sul posto di lavoro; etc, sono tutti elementi che, oltre a configurare l’ipotesi di grave sfruttamento lavorativo così come previsto dall’art. 603. c.p, configurano inoltre la fattispecie del più grave reato di riduzione in schiavitù così come stabilito dall’art. 600 c.p. 
L’allarme lanciato dall’associazione “3 Febbraio” non può essere ignorato né dimenticato. L’ASGI intende sostenere l’associazione “3 Febbraio” e tutti i cittadini sfruttati in ogni iniziativa e percorso giudiziario si voglia intraprendere e auspica che, in una corretta interpretazione della normativa esistente, vengano rilasciati alle vittime di tali gravi condotte gli speciali permessi di soggiorno per motivi di protezione sociale ai sensi dell'art. 18 D.LGS 286/98 (Testo Unico Immigrazione) ovvero quelli per motivi umanitari previsti dall'art. 22 co. 12quater D.LGS 286/98.

Associazione per Gli Studi Giuridici sull'Immigrazione