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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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05.07.2013

Corte di Giustizia europea: La normativa italiana sull’inserimento lavorativo dei disabili non ottempera pienamente agli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione europea

 
Non attuato l’obbligo per tutti i datori di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli per rispondere alle esigenze dei lavoratori disabili.
 
Corte di Giustizia dell'Unione europea, sentenza dd. 04.07.2013, causa C-312/11 (Commissione europea c. Italia) (89.06 KB)
Il comunicato stampa della Corte di Giustizia europea (sentenza 04.07.2013 causa C- 312/11) (207.46 KB)
 

La Corte di Giustizia europea, con la sentenza 4 luglio 2013 nella causa Commissione europea c. Italia (causa C-312/11), ha dichiarato che la Repubblica Italiana, non avendo imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, è venuta meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l’art. 5 della direttiva 2000/78, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.

La questione deriva dal fatto che la nozione di disabilità contemplata nella giurisprudenza della Corte di Giustizia europea e che riflette quella definita dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità appare di portata più ampia e generale di quella prevista dal diritto interno italiano in materia di inserimento lavorativo dei disabili, che  concerne solo quelli che ottengono lo specifico riconoscimento previsto dalla legge interna n. 68/99 con riferimento alla quote di capacità lavorativa residua inferiore al 55% o al 70% per i disabili da infortunio sul lavoro. Ugualmente, l’obbligo di ragionevole adattamento delle posizioni lavorative alla condizioni dei lavoratori disabili nel diritto interno italiano non ha portata generale, così come invece richiesto dalla direttiva 2000/78, bensì riguarda solo taluni datori di lavoro e non concerne  tutti gli aspetti della relazione di impiego, incluso quello dell’accesso all’impiego, ovvero della selezione e del reclutamento del personale.  

Per approfondimenti, si rimanda al comunicato stampa della Corte di Giustizia dell’Unione europea, così come al commento alla recente ordinanza del Tribunale di Bologna dd. 18 giugno 2013, al link:http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2817&l=it

 
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