ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
Indietro
 
 
18.06.2013

Immigrato segnalato alle autorità di polizia dal personale sanitario perché sospettato di irregolarità

 
Grave violazione delle norme del T.U. immigrazione avvenuta all’ospedale di Polistena (RC). Il comunicato dell’ASGI.
 
 

Comunicato stampa

 

Il giorno 13 giugno si è verificata una grave violazione delle norme in materia di assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari: un immigrato si è rivolto al pronto soccorso dell’ospedale di Polistena (RC) ed essendo stata puramente presunta la sua condizione irregolare di soggiorno, poiché non aveva con sé la relativa documentazione,  è stata tempestivamente chiamata la polizia che, pur dopo i primi accertamenti sanitari, lo ha trattenuto ed accompagnato in questura per gli accertamenti, a seguito dei quali è stata peraltro accertata la sua condizione regolare. Ciò è avvenuto in palese e consapevole dispregio delle norme vigenti, che pure erano state puntualmente quanto inutilmente esposte al personale sanitario da un volontario che accompagnava il paziente, cosicché non si può certo dire si sia trattato di un mero disguido e sorge spontaneo il fondato sospetto che tale episodio non rappresenti un caso isolato bensì la prassi seguita dal personale sanitario ivi operante, che risulta avere replicato alle obiezioni sollevate richiamandosi ad un preteso (quanto infondato) obbligo di denuncia in relazione al (puramente presunto) reato di presenza irregolare sul territorio di cui all’art.10 bis del T.U. sull’immigrazione. Non di meno stupisce il comportamento tenuto dalle forze dell’ordine, che avrebbero dovuto astenersi dall’intervenire in tale contesto. Spiace dover ricordare il contenuto inequivocabile dell’art.35 del T.U., che precisa come “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”; per l’appunto, l’art.365 del codice penale esclude l’obbligo di referto dei sanitari quando esso esporrebbe la persona assistita a procedimento penale. Inoltre, l’art.6 del T.U. prevede espressamente un’eccezione alla regola dell’obbligo di presentazione dei documenti di soggiorno proprio con riferimento all’accesso alle prestazioni sanitarie. La condotta tenuta dai sanitari nel frangente risulta dunque indubbiamente illecita e forse non immune da profili di responsabilità penale, nonché lesiva dei principi su cui si basa la normativa citata, a partire dal diritto alla salute garantito dalla Costituzione (sulla scorta di consolidata giurisprudenza) quale nucleo irriducibile dei diritti riconosciuti ad ogni essere umano presente sul territorio.   

L’ASGI, riservandosi ulteriori azioni legali, esprime sconcerto e netta condanna verso tale operato, sottolineando come, anche volendo prescindere dalla normativa citata e dalla imprescindibile tutela dei diritti umani fondamentali, esso risulta controproducente per gli stessi interessi collettivi, se si considera che così facendo si inducono gli immigrati a tenersi alla larga dalle strutture sanitarie pubbliche sino a quando le patologie assumono gravità tale da non consentire scelta, così ledendo al tempo stesso la salute delle persone, favorendo la diffusione di eventuali patologie infettive e comunque dando luogo alle maggiori spese per la cura ed il ricovero a fronte di patologie aggravatesi nel frattempo.     

L’ASGI auspica che la competente amministrazione sanitaria provveda tempestivamente ad accertare e far constare i provvedimenti disciplinari del caso nei confronti dei responsabili ed al contempo assicuri il ripristino della legalità diffondendo in modo capillare le opportune  direttive.

IL DIRETTIVO DELL’ASGI

Torino, 18 giugno 2013

 

 

 
» Torna alla lista