Il Tribunale di Roma, con ordinanza del 20 dicembre 2012, si è pronunciato sul concorso pubblico indetto dall'Istituto Indire e ha riconosciuto la discriminatorietà del comportamento dell'amministrazione per aver richiesto tra i requisiti di partecipazione la cittadinanza italiana o comunitaria e, per l'effetto, ha ammesso la ricorrente, cittadina della Croazia, al concorso.
Il Tribunale di Roma ha ritenuto che la normativa in materia di pubblico impiego può essere interpretata in maniera costituzionalmente orientata, nella direzione di escludere discriminazioni nei confronti dei cittadini di Paesi terzi non membri UE regolarmente soggiornanti in Italia, come più volte riconosciuto dalla giurisprudenza di merito e implicitamente preso atto dalla pronuncia della Corte Costituzionale dd. 15 aprile 2011, n. 139.
Secondo il Tribunale di Roma, il rapporto tra normativa in materia di pubblico impiego e procedure concorsuali da un lato e norme contenute nel T.U. immigrazione relative al principio di parità di trattamento dall’altro, deve essere risolto in favore di queste ultime ed il requisito di cittadinanza italiana può essere richiesto solo per quelle mansioni che implichino l’esercizio di pubblici poteri o di funzioni di interesse nazionale.
Il ricorso anti-discriminazione è stato promosso da ASGI nell’ambito del progetto Antenne territoriali Anti-Discriminazioni di Roma e Firenze, finanziato dalla Fondazione Soros-Open Society.