ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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18.12.2012

Status di rifugiato ad una cittadina albanese per le violenze familiari subite

 
La CommissioneTerritoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato di Milano ha valutato che il Paese di origine non tutela l’incolumità della donna.
 
 
Si ringrazia Gabriella Friso per la segnalazione.

Il Comunicato stampa

Il 04/10/2012 è stato riconosciuto lo status di rifugiato ad una donna albanese fuggita in Italia per sottrarsi alle violenze del marito.

La vicenda inizia nel marzo del 2011, quando una signora in gravi difficoltà si rivolge a Telefono Donna. La donna, in fuga da un marito violento e con pericolosi agganci in vari paesi europei, dall’Albania aveva cercato protezione in Italia ma era irregolare e senza risorse.

L’operatrice di Telefono Donna la indirizza dall’avvocato Maria Grazia Corti, collaboratrice dell’Ufficio diritti dell’associazione Les Cultures ONLUS che, in stretta collaborazione con la mediatrice culturale Brizida Haznedari, consulente giuridico-amministrativa in materia di immigrazione della Provincia di Lecco, si fanno carico della situazione.

Viene subito avviato un serio lavoro di documentazione delle violenze subite dalla donna e di certificazione, fatta gratuitamente da medici specialisti, delle cicatrici che presenta sul suo corpo.

Viene sporta denuncia alla questura di Lecco (squadra mobile) che richiede all’ufficio immigrazione la concessione di un permesso di soggiorno ai sensi dell’art. 19 e, in seguito, dell’art. 18 del Testo Unico Immigrazione. Entrambe le richieste non vengono accolte.

Nel frattempo, la donna è stata ospitata in una casa protetta grazie ad un progetto congiunto e individualizzato di Telefono Donna Merate (che dispone di case d’accoglienza) e dell’associazione Soroptimist ed è stata inoltrata la richiesta per il riconoscimento dello status di rifugiato alla Commissione territoriale di Milano.

E’ questa commissione che in prima istanza riconosce alla donna lo status di rifugiato, considerando sia la violenza subita in famiglia ma anche il fatto che lo Stato d’origine non tutela di fatto l’incolumità della donna da una minaccia così grave da meritare una protezione internazionale.

In questa fase le operatrici di Lecco sono state coadiuvate dall’avv. Livio Neri (Socio ASGI) e dr.ssa Venera Protopapa dello studio Diritti e Lavoro di Milano.

Volontariato associativo ed individuale ed Istituzioni hanno collaborato in modo efficace e sinergico conseguendo un risultato innovativo, carico di speranze per donne che fuggono da Paesi in cui i diritti all’integrità personale non sono tutelati o lo sono solo nominalmente.

Les Cultures Onlus
Lecco, 17 dicembre 2012.
 
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