ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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09.11.2012

Comunicato ASGI - Ass, 21luglio -Nuova udienza sul caso "La Barbuta"

 
La relazione presentata al Tribunale di Roma da Amnesty International (712.36 KB)
La relazione presentata al Tribunale di Roma dall'European Roma Rights Center (418.3 KB)
 
Malgrado il governo Monti, attraverso la Strategia nazionale per l'inclusione di Rom, Sinti e Camminanti abbia espresso chiaramente la «necessità di superamento del modello dei campi per combattere l'isolamento e favorire percorsi di interrelazione sociale, pur nel rispetto delle consuetudini abitative dei rom e dei sinti» il Comune di Roma ha continuato la sua azione nel reiterare la creazione di spazi abitativi di grandi dimensioni, isolati dal rimanente spazio urbano e dedicati esclusivamente alle comunità rom attraverso la costruzione e l'assegnazione del «villaggio attrezzato» La Barbuta, destinato a ospitare 650 rom della capitale.
Per tale ragione l'Associazione 21 luglio e l'ASGI (Associazione Studi Giuridici Sull'Immigrazione) hanno promosso negli scorsi mesi un'azione legale contro il Comune di Roma.
All’interno del ricorso le due organizzazioni hanno cercato di dimostrare come il «villaggio attrezzato» La Barbuta debba considerarsi discriminatorio - e quindi illegittimo - già per il solo fatto di rappresentare una soluzione abitativa di grandi dimensioni rivolta a un gruppo etnico specifico e comunque priva dei caratteri tipici di un'azione positiva.
Deve infatti intendersi discriminatoria qualsiasi soluzione abitativa di grandi dimensioni diretta esclusivamente a persone appartenenti a una stessa etnia, tanto più se pensata, come nel caso dell'insediamento sito in località La Barbuta, in modo da ostacolare l'effettiva convivenza con la popolazione locale, l'accesso in condizione di reale parità ai servizi scolastici e socio-sanitari e situato in uno spazio dove è posta a serio rischio la salute delle persone ospitate al suo interno».
L' 8 agosto 2012, pronunciandosi sull’istanza cautelare, il Tribunale di Roma ha ritenuto che le circostanze esposte dalle due organizzazioni «concorrano nel rendere verosimile il carattere discriminatorio delle attività di assegnazione degli alloggi presso il campo denominato Nuova Barbuta» in quanto la realizzazione del nuovo "campo nomadi" esclude di fatto le comunità rom e sinte della capitale «dalla possibilità di accesso a soluzioni abitative propriamente intese con l'effetto di determinarne, ovvero incentivarne, l'isolamento e la separazione dal restante contesto urbano e di comprometterne la pari dignità sociale». Il Tribunale di Roma, accogliendo la richiesta presentata dall'Associazione 21 luglio e dall'ASGI ha ordinato «la sospensione delle procedure di assegnazione degli alloggi all'interno del villaggio attrezzato Nuova Barbuta fino alla definizione del procedimento sommario di cognizione».
Il 13 settembre 2012 lo stesso Tribunale, in diversa composizione, accogliendo il reclamo del Comune di Roma, ha annullato la precedente sospensiva, consentendo così il trasferimento delle comunità rom forzatamente sgomberate nel nuovo insediamento.
Oggi, 9 novembre 2012, avrà luogo una nuova udienza sul caso con importanti novità. A supportare l'azione legale dell'Associazione 21 luglio e dell'ASGI si sono schierate ufficialmente Amnensty International e l'European Roma Rights Centre (Centro Europeo per i diritti dei Rom) che hanno depositato in giudizio un approfondito rapporto nel quale le due organizzazioni internazionali riconoscono il carattere discriminatorio del "campo" La Barbuta. Il rapporto dell'ERRC «illustra la consistente criticità insita nelle politiche di segregazione delle comunità Rom. Si riporta il deterioramento constatato e i danni subiti dai Rom attraverso la segregazione abitativa in sistemazioni quali La Barbuta». Amnesty International denuncia invece come «come il campo de La Barbuta non sia conforme ai criteri per un alloggio adeguato, come definiti dal diritto internazionale, e costituisca segregazione residenziale».
In attesa della decisione del giudice, l'Associazione 21 luglio e ASGI confidano in un esito positivo affinchè per la prima volta in Europa venga confermato il "carattere discriminatorio" di un "campo nomadi", luogo ormai riconosciuto, anche a livello internazionale, come spazio di segregazione e di discriminazione su base etnica.