ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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26.10.2011

Cittadini stranieri esclusi dal Servizio Civile Nazionale

 
Ricorso di ASGI e Avvocati per Niente: irragionevole l'esclusione poichč il servizio civile si fonda sul principio della "difesa della patria" intesa come rafforzamento dei vincoli di solidarietą sociale.
 
Il testo dell'azione giudiziaria anti-discriminazione avviata da ASGI e Avvocati Per Niente dinanzi al Tribunale di Milano (192.08 KB)
 

Le associazioni ASGI (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) e APN (Avvocati per Niente ONLUS) hanno depositato avanti il Tribunale di Milano un ricorso a sostegno della richiesta di uno studente pakistano di 26 anni che, pur essendo residente in Italia da 15 anni, non può svolgere il servizio civile volontario essendo privo della cittadinanza italiana.

E' la prima volta che un giovane straniero agisce non tanto per rivendicare una prestazione o un servizio, ma per poter adempiere un diritto/dovere, quello di "difendere la patria" intesa come collettività di persone che vivono stabilmente su un territorio e che sono legate tutte, senza distinzioni di cittadinanza formale, da un unico vincolo di solidarietà.

Attualmente l'art. 3 d.lgs. n. 77/02 prevede che ai bandi per essere ammessi al  servizio civile (cui accederanno quest'anno 10.000 giovani, ma il mondo del volontariato richiede da tempo un ampliamento del numero di ammessi) possano partecipare i "cittadini italiani", ma le organizzazioni ricorrenti ritengono che detta previsione debba essere interpretata alla luce del generale principio di parità fissato dall'art. 2 del T.U. immigrazione e dei principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza  ribaditi con forza da recenti sentenze della Corte Costituzionale; ritengono pertanto che già allo stato degli atti il Giudice possa sancire l'obbligo per il Dipartimento del servizio civile di riaprire il bando (che si è chiuso venerdì scorso) agli stranieri, o quantomeno ai cittadini membri dell’Unione europea. In subordine chiedono che il Giudice rimetta la questione alla Corte Costituzionale affinché venga valutato in quella sede il contrasto tra detta esclusione e gli artt. 2 e 3 della Costituzione.

Certo è che, attualmente, il servizio civile rappresenta per molti giovani una occasione importantissima di crescita umana e professionale e di partecipazione alla vita collettiva, sicché l'esclusione da esso di giovani che sono nati sul nostro territorio o che vi vivono da molti anni rappresenta una evidente irragionevolezza e un ulteriore inutile ostacolo alla loro integrazione.

L'azione legale intende anche richiamare l'attenzione sul fatto che molti dei giovani interessati a questa rivendicazione sono "stranieri" solo a causa di una legge sulla cittadinanza ingiusta e antiquata e si collega quindi alla campagna "L’Italia sono anch'io" (alla quale le due associazioni aderiscono, www.litaliasonoanchio.it ) per una proposta di legge di iniziativa popolare in tema di  cittadinanza che estenda, tra l’altro, le possibilità di acquisto della cittadinanza italiana per nascita sul territorio italiano e per chi vi è giunto durante la minore età.

Nel ricorso - ove lo studente e le due associazioni sono rappresentate dagli avvocati Alberto Guariso, Livio Neri, del Foro di Milano e Daniela Consoli, del Foro di Firenze - sono intervenute a sostegno delle ragioni dei ricorrenti anche la CGIL e la CISL di Milano. 

Analogo ricorso è stato presentato da una giovane albanese avanti il Tribunale di Brescia con il sostegno della fondazione Guido Piccini per i diritti dell'uomo ONLUS e della CGIL di Brescia.

L’intervento dell’ASGI si svolge anche nell’ambito del progetto di monitoraggio e contrasto alle discriminazioni svolto dalle antenne territoriali anti-discriminazioni di Firenze e Roma con il supporto finanziario dell’Open Society Foundation- Justice Iniziative.

 
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