ASGI

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
Indietro
 
 
20.07.2011

IJS - Comunicato Stampa - Italia: Diritti degli immigrati minacciati da un’implementazione affrettata del diritto.

 
Comunicato Stampa - versione italiana (89.33 KB)
Comunicato stampa - versione inglese (88.84 KB)
 
Commission internationale de juristes - Comisión Internacional de Juristas " dedicated since 1952 to the primacy, coherence and implementation of international law and principles that advance human rights
" COMMUNIQUE DE PRESSE – COMUNICATO STAMPA"
 
Pubblicazione immediata 19 luglio 2011 Italia:

Diritti degli immigrati minacciati da un’implementazione affrettata del diritto comunitario.
 
La Commissione Internazionale di Giuristi (ICJ) ha espresso oggi la sua preoccupazione all’iniziativa del governo italiano di estendere fino a 18 mesi la durata massima della detenzione amministrativa per immigrati in situazione irregolare.

La misura è contenuta in alcune norme del disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 89 del 2011, approvato il 14 luglio scorso dalla Camera dei Deputati e attualmente in considerazione al Senato, che mira ad implementare la Direttiva dell’Unione Europea n. 2008/115/CE (“la Direttiva Rimpatri”).

Nonostante tale durata della detenzione sia permessa dall’articolo 15 della Direttiva Rimpatri, l’articolo 4 lascia agli Stati Membri la libertà di adottare norme più favorevoli per lo straniero. Non c’è quindi nessun obbligo di diritto comunitario di introdurre questa estensione, la quale non è in linea con il diritto internazionale.

L’ICJ ricorda che, secondo il diritto internazionale di tutela dei diritti umani e, in particolare, secondo la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (PIDCP), la detenzione in vista di una misura di rimpatrio è giustificata solamente se si cerca di eseguire il rimpatrio con la dovuta diligenza, e posto che esso sia realistico e possibile.

In caso contrario, la detenzione è considerata arbitraria. “Abbiamo difficoltà a considerare realistico che, dopo un così lungo lasso di tempo, una misura di rimpatrio possa essere effettivamente eseguita”, ha detto Massimo Frigo, Legal Adviser per il Programma Europa dell’ICJ, “Una durata di tale ampiezza può risultare solamente nello scaricare sull’immigrato il peso dell’inefficienza delle procedure di espulsione dello Stato ospitante o dell’inattività dello Stato di origine, il che è inaccettabile alla luce della obbligazioni dell’Italia in base al diritto internazionale”.

L’ICJ è ulteriormente preoccupata dal fatto che le misure alternative alla detenzione non siano considerate come misure prioritarie nel Decreto Legge, che sembra invece preferire la detenzione amministrativa.
Il Comitato dei Diritti Umani ha stabilito che, perché una misura detentiva sia necessaria e proporzionale, bisogna dimostrare l’impossibilità di applicare altre misure meno intrusive della libertà personale. “La detenzione è una misura di extrema ratio. Privilegiando la detenzione, la Repubblica Italiana non è in linea con le sue obbligazioni secondo l’articolo 9 PIDCP”, ha detto Massimo Frigo.

Infine, l’ICJ desidera esprimere la sua profonda preoccupazione per il fatto che tali misure, le quali interferiscono con i diritti umani, siano state emanate e vengano ora discusse in base alla procedure d’emergenza del Decreto Legge. “Mentre è ora urgente che l’Italia implementi la Direttiva Rimpatri per rispettare il diritto dell’Unione Europea, il Governo ed il Parlamento hanno avuto più di due anni per attuare in questo senso con una procedura parlamentare ordinaria soggetta ad uno scrutinio completo”, ha detto Massimo Frigo, “E’ la loro inattività che ha causato questa situazione e siamo profondamente rammaricati che siano gli immigrati coloro che, un volta di più, stanno perdendo la protezione dei loro diritti umani senza un appropriato controllo democratico”.

Per maggiori informazioni, contattare Massimo Frigo (0229793805 o massimo.frigo@icj.org)