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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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14.03.2011

Agrigento - Incontro - Direttiva rimpatri e reato di clandestinitą - Prassi amministrative ed aggiornamenti giurisprudenziali.

 
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PALERMO - Facoltà di Giurisprudenza e  ASGI (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione)


DIRETTIVA RIMPATRI E REATO DI CLANDESTINITA'
Prassi amministrative e aggiornamenti giurisprudenziali

Mercoledì 16 marzo 2011 ore 11 - Agrigento - Polo Universitario – Via Quartararo

Intervento: Reato di clandestinità, principi costituzionali e Direttiva comunitaria sui rimpatri.

- Prof. Fulvio Vassallo Paleologo (Docente di Diritto delle Migrazioni Università di Palermo)

Espulsione amministrativa, respingimento differito e inottemperanza all'ordine di lasciare il territorio.

- Avv. Leonardo Marino del Foro di Agrigento (ASGI)

Espulsione amministrativa, trattenimento nei CIE e procedimenti di convalida dopo la Direttiva 2008/115/CE.

- Avv. Giovanni Annaloro del Foro di Caltanissetta (ASGI)

Dibattito e proposte operative sull'accesso ai diritti.

Presentazione dell'iniziativa.

Il 24 dicembre 2010 è scaduto il termine di attuazione della Direttiva 2008/115/CE sui rimpatri, senza che l’Italia vi abbia dato attuazione. Per effetto del consolidato diritto comunitario, una volta scaduto il termine di attuazione, la Direttiva può comunque essere utilizzata dal giudice interno, che può disapplicare le norme che risultino contrastanti, costituendo un criterio prevalente di interpretazione della complessiva normativa previgente.

La Direttiva comunitaria, nella maggior parte dei casi, impone agli organi competenti ( Prefettura e Questura) di considerare l’espulsione con invito a lasciare il territorio nazionale, il cd. rimpatrio volontario, prima di adottare provvedimenti di allontanamento forzato, che comunque possono essere assunti solo sulla base della considerazione individuale del singolo caso, senza quegli “automatismi” ( accompagnamento forzato e trattenimento amministrativo) introdotti dalla legge Bossi-Fini n.189 del 30 luglio 2002.

La nuova configurazione dell'espulsione con accompagnamento forzato -come ipotesi residuale- incide anche sulla fattispecie del reato di immigrazione clandestina che comporta un avvio automatico del procedimento penale sulla base della “notizia criminis” dell'ingresso irregolare e può avere come conseguenza l'espulsione con accompagnamento forzato.

Su questi aspetti si registrano già numerosi interventi della giurisprudenza, e la materia sembra destinata ad acquistare una rilevanza ancora maggiore alla luce dell'aumento degli arrivi in Italia di migranti provenienti dalle zone di crisi del Nordafrica. Non appare sostenibile, sul piano del rispetto dei diritti fondamentali della persona, oltre che per i costi economici ed il prevedibile ingolfamento dell'apparato giudiziario, il mantenimento di una disciplina che considera come reato penale qualunque ipotesi di ingresso irregolare, persino nei casi nei quali venga presentata una istanza di protezione internazionale, fino al momento della conclusione positiva della relativa procedura.

L'art. 16 della direttiva 2008/115/CE introduce nuovi criteri di apertura e di trasparenza dei centri di detenzione amministrativa.
Si prevede in particolare, al paragrafo 4, che “I pertinenti e competenti organismi ed organizzazioni nazionali, internazionali e non governativi hanno la possibilità di accedere ai centri di permanenza temporanea ... nella misura in cui essi sono utilizzati per trattenere cittadini di paesi terzi in conformità del presente capo. Tali visite possono essere soggette ad autorizzazione. I cittadini di paesi terzi trattenuti sono sistematicamente informati delle norme vigenti nel centro e dei loro diritti e obblighi. Tali informazioni riguardano anche il loro diritto, ai sensi della legislazione nazionale, di mettersi in contatto con gli organismi e le organizzazioni di cui al paragrafo 4”.

Per rendere effettivo -attraverso una corretta informazione- il diritto alla difesa, previsto dall'art.24 della Costituzione, e per garantire i diritti fondamentali dei migranti subito dopo l'ingresso irregolare, occorre garantire il diritto di accesso delle associazioni non governative ai diversi centri ( centri di prima accoglienza e soccorso, centri di identificazione, centri di identificazione ed espulsione) nei quali i migranti vengono trattenuti. In questo modo sarà anche possibile verificare il rispetto dei tempi e delle procedure imposte dalla normativa interna e dalle Direttive comunitarie.